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Il rischio è di finire sotto i fuochi delle bizze romane
1 minuto e 44 secondi di lettura
di Mario Paternostro

Mi sembrava impossibile che la sinistra democratica filasse liscia verso l’appuntamento con le elezioni amministrative, senza autodanneggiarsi. Questa volta ero convinto che la scelta a Genova, per esempio, di un candidato serio per la difficilissima sfida con Marco Bucci, non potesse trovare ostacoli. Anche se le alleanze, oppure chiamatele come volete per non dare a nessuno la sensazione di stare al rimorchio di qualcun altro, sono state sempre rischiose. La storia ahimé insegna.

Ebbene, fino a oggi tra Pd e Cinquestelle locali, a parte qualche presa di posizione di maniera, le cose sembrano filare lisce e la competizione con il centrodestra potrebbe anche diventare interessante. Infatti sia Bucci che Dello Strologo hanno due idee abbastanza diverse della città che possono così trovare elettori diversi.

Ora il problema e i potenziali guai della sinistra sono tutti nazionali. Sarebbe indecente che queste liti di governo, le posizioni differenti per esempio sul riarmo concordato a livello europeo e fortemente contestato da Conte, finissero per minare la complessa alleanza locale. Non solo a Genova.

Le elezioni amministrative devono assolutamente muoversi in campi ben distinti dalle piazze nazionali, soprattutto in questa fase terribile con una pandemia che continua e una situazione internazionale di guerra. E un governo nato nell’emergenza e precipitato in una emergenza moltiplicata difficile da gestire ancora di più se la maggioranza nazionale è un coacervo di partiti spesso tra loro rivali.

Le elezioni amministrative sono un’altra storia. Governare Genova o La Spezia e disegnare un modello di città è una operazione che non deve essere condizionata dalle frizioni di Roma. I partiti della sinistra dovrebbero finalmente averlo capito e i loro leader a cominciare da Letta e Conte stare al loro posto.

Ecco, oggi il rischio di Ariel Dello Strologo che già deve tenere in piedi un dialogo con i Cinquestelle in crisi e quindi desiderosi di prendersi abbondanti spazi elettorali, è proprio quello di finire sotto i fuochi delle bizze romane. Giocandosi per colpa di altri una prospettiva importante. Quella di far ritornare Genova una città di sinistra. A meno che alla attuale sinistra l’obbiettivo non interessi più.

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