Ho avuto modo di esprimere negli anni tutte le mie perplessità sulla legge in essere sulla par condicio che ricordo essere nata nel lontano 2000, cioè 22 anni fa quando il media televisivo era il primario del Paese. Ma va ricordato bene anche che in quel tempo Silvio Berlusconi era leader di Forza Italia e contemporaneamente anche proprietario di tre reti televisive nazionali creando un “unicum” di conflitto di interessi tra potere politico e potere mediatico in Europa.
In quel lontano 2000, quando ero peraltro vicepresidente nazionale dell’emittenza locale italiana nella FRT (Federazione Radio Televisiva),
capii che per creare una apparente imparzialità verso il reale obiettivo (Berlusconi/Mediaset/Forza Italia) dalla sinistra venivano inserite impropriamente nella legge 28 del febbraio 2000 anche le emittenti locali regionali.
La legge sulla par condicio dal 2000 non è mai stata modificata e i regolamenti di attuazione emanati sono fotocopiati dagli enti preposti di elezione in elezione senza alcuna vergogna.
Peccato che da quel lontano 2000 si siano affermati ben altri sistemi di comunicazione politica come siti web, i social come Facebook, Instagram, Telegram e molte altre modalità di interazione con gli elettori che non sono mai stati inseriti in una nuova legge. Ne deriva ovviamente un squilibrio tra i diversi media che mina gravemente la concorrenza e l’equilibrio tra tutti i media oggi esistenti che parlano e dibattono di politica, una stortura che dovrebbe riguardare l’autorità della concorrenza oltre che Agcom, Governo ed anche se del caso l’Europa.
Pensate che l’Osservatorio di Pavia, con un costo non indifferente per i cittadini, registrerà e valuterà freddamente i minuti specifici che Primocanale destinerà a questo o quel partito o candidato sindaco ma non registrerà ne osserverà nulla relativamente a qualsiasi altro media, social, che influirà e inciderà sulle prossime elezioni amministrative in Liguria.
Come tante battaglie io intendo aprirla una volta per tutte in modo chiaro, trasparente e dichiarandola apertamente e pubblicamente.
Non accetto più di subire come editore una legge che può sanzionare sino alla chiusura per qualche giorno la mia azienda. Sfido apertamente il sistema e la legge del 2000 accettando anche che le Autorità competenti, se lo vorranno, potranno chiudere Primocanale anche per più giorni o sanzionarci pesantemente. Impugnerò con i nostri legali qualsiasi decisione in sede nazionale ed europea.
Peraltro lo farò in un'elezione, quella di Genova, dove il risultato sembra dai sondaggi scontato.
Io la par condicio la vedo in modo totalmente diverso:
- cancellazione della legge 28 del 2000;
Oppure
- nessuna nuova legge e liberi tutti visto che esiste una pluralità totale di informazione considerando tutti i media e social esistenti;
Oppure
- una legge nuova che regolamenta tutti e non solo un unico media come quello televisivo.
Insomma chiedo io una par condicio tra tutti i media e sistemi di informazione che arrivino con ogni sistema oggi esistente all’elettore.
Maurizio Rossi
Editore Primocanale
Membro commissione comunicazioni Senato XVII legislatura
Membro commissione vigilanza Rai XVII LEGISLATURA
CONSIGLIERE NAZIONALE CONFINDUSTRIA Tv associazione Tv locali