Vai all'articolo sul sito completo

Commenti

3 minuti e 0 secondi di lettura
di Franco Manzitti

I Costa, ai quali è dedicata la quarta puntata di Dynasty, dopo i Piaggio, i Cauvin, i Dufour, sono a Genova e non solo “la famiglia”. Nessuno incarna meglio dei Costa la forma dinastica trasmessa tra le generazioni in una comunanza di principi, valori, regole condivisi. E non solo in quello che è stato il governo delle loro molteplici imprese, ma soprattutto nella gestione della famiglia in senso morale, etico, perfino religioso.

Raccontare i Costa, dagli inizi della loro storia con il commercio dell'olio, è un'impresa molto interessante e non solo perché attraversa fasi chiave dello sviluppo genovese e italiano, ma anche perché seguendo le generazioni, gli affari, i loro ampi orizzonti si sta anche nel centro di Genova. Nessuno forse si identica più di loro con uno stile genovese, capace di conquistare senza esagerazioni il mondo, al tempo del loro fulgore.

Quelle foto che raccontano in ogni epoca la loro forza anagrafica, il legame stretto tra i diversi rami germogliati da quel Giacomo I che iniziò tutto commerciando l'olio d'oliva, scattate sulla scalinata di una villa, in un giardino, a riempire la tolda di una delle loro navi , descrivono in modo plastico lo spirito unitario che si tramanda ancora.

E' una storia punteggiata di imprese e di personaggi, in alcuni casi giganteschi. Le imprese si conoscono a incominciare da quelle marittime, sulle rotte dell'emigrazione, poi dei collegamenti di linea tra i Continenti, poi dell'invenzione delle crociere (il business di oggi scoperto da loro per primi), continuando con il resto, a parte l'olio, il tessile, la meccanica, perfino la moda. Quante navi, belle, bianche con quella C sul fumaiolo, che ancora naviga con la Carnival, quante storie di navi, di equipaggi, di porti, di rotte tra mari e Oceani!

I personaggi hanno segnato non solo la loro vicenda, ma anche quella del nostro tempo più in generale. A incominciare da quella di Angelo Costa, scomparso nel 1977, il “capo” che mai avrebbe voluto essere chiamato così, anche presidente di Confindustria negli anni chiave della ricostruzione post bellica e di Confitarma. L'imprenditore che con De Gasperi e altri armatori andò a comprare negli Usa le navi Liberty per rilanciare la flotta mercantile italiana.

Raccontare i Costa significa percorrere molte vicende italiane, comprese quelle dolorose, come gli anni di piombo del terrorismo, da loro pagati con il sequestro di Piero Costa, rapito dalle Br, che chiesero il riscatto con il quale pagarono poi l'operazione Moro, l'attacco più pesante allo Stato.

Significa anche percorrere le loro difficoltà, il grande tentativo di salvare flotta e imprese fino al 1997, reinvestendo, mettendo in mare altre navi per scommettere sulla crisi. Fino a piegarsi davanti ai tempi moderni nei quali una famiglia, anche se era “la famiglia”, non poteva reggere con le sue forze la grande competizione ultramondiale.

Ma i Costa resistono ancora nelle loro discendenze, nei business che quella verve ha mantenuto un po' ovunque, incominciando dall'Acquario e da tutta Costa Edutainement, ma continuando con l'olio Costa che esiste ancora. Si può dire che è una storia che non finisce, perché tramanda anche l'orgoglio di Genova, la sua forza genetica. Non solo solo affari, ma anche solidarietà come testimonia l'attività del Ceis, inventato da Bianca Bozzo Costa, continuato dai suoi figli. Sono anche stile, classe come quella che il grande Angelo coltivava con il suo collezionismo di opere d'arte.

Oggi i discendenti Costa nel mondo sono quasi mille. Sono in contatto, si fanno gli auguri mandandosi video da ogni angolo della terra per Natale. Mantengono quello stile, quella sobrietà, quella memoria. Sono ancora i Costa.

La puntata andrà in onda lunedì per la prima volta alle 22,10, ovviamente sul canale 10 di Primocanale