Continua il nostro viaggio per scoprire meglio l'elemento acqua in Liguria. Un tema questo da sempre molto sentito in Liguria e purtroppo molto attuale considerato quello che accade sempre più spesso sui nostri territori. Le immagini che arrivano in questi giorni da Valencia mettono i brividi.
Dopo aver ospitato il professor Rosso, professore Ordinario di Idrologia e Costruzioni Idrauliche al Politecnico di Milano (LEGGI QUI), oggi è il secondo intervento di Arpal, l'agenzia che si occupa di attività tecnico-scientifiche su tutto il territorio a supporto di Regione, Province e Comuni. (LEGGI QUI L'ARTICOLO PRECEDENTE)
Il compito di monitorare le acque superficiali interne (fiumi e laghi) è affidato alla Regione, che da più di vent’anni si avvale di Arpal come braccio operativo. Le regioni utilizzano le informazioni ambientali derivanti dal monitoraggio per la redazione del Piano di Tutela delle Acque, strumento di pianificazione a ciclo sessennale che definisce lo stato di qualità dei corpi idrici e stabilisce le necessarie azioni di tutela e miglioramento.
La direttiva Acque
Tali attività derivano dalla Direttiva Acque (direttiva europea 2000/60/CE, recepita dal DLgs 152/2006), che stabilisce per gli stati membri obblighi e standard metodologici per il monitoraggio ambientale della risorsa idrica.
Il target del monitoraggio ambientale è il “corpo idrico significativo”: una massa d’acqua, sufficientemente estesa ed identificabile geograficamente, che per le sue caratteristiche territoriali può essere considerata omogenea dal punto di vista dello stato di qualità; in Liguria i corpi idrici delle acque superficiali interne sono costituiti da 189 tratti fluviali e da 7 laghi.
I bacini – ossia le porzioni di territorio delimitate da spartiacque - di maggiori dimensioni sono monitorati attraverso più corpi idrici fluviali, localizzati nell’asta principale (in diversi tratti da monte a valle) e nei principali affluenti. I laghi liguri di dimensioni significative sono tutti invasi artificiali, realizzati nel corso del secolo scorso a scopo potabile e idroelettrico. I corpi idrici liguri e il loro stato di qualità sono mostrati nelle cartografie del Piano di Tutela delle Acque della Regione Liguria pubblicate sul sito.
Lo stato chimico e dello stato ecologico
Ogni corpo idrico viene monitorato per la valutazione dello stato chimico e dello stato ecologico. Lo stato chimico (buono o non buono) è definito attraverso la ricerca di un elenco di sostanze potenzialmente pericolose per le quali sono stati individuati a livello comunitario valori soglia di concentrazione, gli standard di qualità ambientale. La concentrazione media annuale rappresenta il principale descrittore dello stato chimico e viene valutata per circa 100 sostanze o famiglie di sostanze.
Lo stato ecologico (elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo) è definito con la quantificazione di sostanze e parametri legati alla “funzionalità ecologica” degli ecosistemi acquatici (come ad esempio l’ossigeno disciolto o la concentrazione di composti azotati) e attraverso l’uso di indicatori biologici: comunità di organismi presenti naturalmente nel corpo idrico la cui struttura di popolazione fornisce informazioni sulle eventuali alterazioni ambientali.
I bioindicatori utilizzati per le acque interne superficiali liguri sono numerosi e si basano su diversi tipi di comunità biologica: piccoli invertebrati acquatici che vivono nei sedimenti, piante acquatiche, pesci, diatomee bentoniche, fitoplancton.
La rete di monitoraggio è costituita da più di 200 punti ove avvengono ciclicamente i campionamenti delle acque e delle comunità biologiche; la frequenza di tali attività dipende dal tipo di monitoraggio e dallo stato di criticità del corpo idrico: monitoraggio di sorveglianza con un anno di monitoraggio ogni 6 per i corpi idrici non sottoposti a rischi di compromissione; monitoraggio operativo, ripetuto tutti gli anni per lo stato chimico e ogni tre anni per lo stato ecologico, per quelli a rischio.
Arpal esegue annualmente circa 450 campionamenti di acqua e 400 campionamenti di comunità biologiche
Ogni tre anni Regione Liguria, con il supporto tecnico di Arpal, effettua la classificazione chimica ed ecologica dei corpi idrici liguri, aggiornando di conseguenza il Piano di Tutela delle Acque; tutte le informazioni sono pubblicate sul sito nella banca dati Qualità delle acque interne accessibile liberamente dal catalogo delle banche dati ambientali.
Oltre al monitoraggio dei corpi idrici ai sensi della Direttiva Acque, la normativa ambientale prevede anche il monitoraggio delle acque a specifica destinazione funzionale: si tratta di porzioni di corpi idrici che per il loro utilizzo da parte della collettività, prevedono un ulteriore monitoraggio di conformità, specifico per quel particolare uso. Appartengono a questa categoria le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile; si tratta cioè dei corsi d’acqua che alimentano sistemi di captazione destinati alle reti acquedottistiche.
Per questa attività Arpal esegue ogni anno circa 600 campionamenti di acqua distribuiti in 74 punti di controllo.
Stefano Coppo, dirigente Arpal
IL COMMENTO
La Genova che si spegne e quella che si accende
Come si controllano le acque superficiali in Liguria