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Cronaca

Due cugini sinti incastrati dalla polizia: in tre colpi bottino di quasi 450 mila euro
3 minuti e 6 secondi di lettura
di Michele Varì
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CHIAVARI- Travestiti da tecnici dell'acqua e da poliziotti raggiravano anziani che agganciavano per strada.

Minimo tre i colpi con un bottino da 450 mila euro in soldi e oggetti preziosi addebitati a una coppia di truffatori professionisti, due cugini, pluripregiudicati nomadi di etnia 'Sinti', residenti nel torinese ma di fatto senza fissa dimora. I ladri per scovare i preziosi custoditi nelle abitazioni setacciavano le camere con un rudimentale mini metal detector.

I due uomini, di 30 e 50 anni, sono stati sottoposti prima ad un fermo di polizia giudiziaria e poi alla misura cautelare della custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova.


A tradirli il colpo messo a segno in casa a due persone anziane di Chiavari: da lì le indagini degli agenti della sezione giudiziaria del commissariato diretto dal primo dirigente Luca Capurro che hanno permesso di identificarli.

Il furto che li ha incastrati è avvenuto a fine di maggio a una coppia di anziani chiavaresi: i due truffatori, come sempre, erano arrivati sul posto a bordo di un furgone intestato a un prestanome, all’interno una moto con la targa clonata e intestata alla stessa persona proprietaria della autovettura. Una volta in moto facevano una vera e propria 'caccia' all'anziano per le vie del centro di Chiavari.


La visione delle immagini ha evidenziato che i due pluripregiudicati per ben due volte nella cittadina del Tigullio sono scesi dalla moto alla ricerca di possibili vittime. In un caso particolare erano quasi riusciti ad "agganciare" una signora che hanno però dovuto lasciare andare per l'arrivo di una conoscente con la quale si è messa a parlare. Dopo mezz'ora, poi, hanno individuato la vittima mentre usciva di casa per andare a fare delle commissioni.

I due uomini si sono prima appostati, poi sono riusciti ad entrare nell’appartamento delle vittime: il primo spacciandosi come tecnico dell’acquedotto inviato a controllare una perdita nel condominio, il secondo millantando di essere un appartenente alle Forze dell’ordine indossando una pettorina con la scritta Polizia Locale e mostrando anche un distintivo fasullo. Grazie a questo stratagemma e approfittando dell’età dei due coniugi ultranovantenni, i due ladri sono riusciti ad impossessarsi di una borsa contenente preziosi per un valore di oltre 270 mila euro.

L'attività investigativa ha consentito di stabilire che la base logistica da cui partiva e verso la quale tornava il furgone utilizzato dai due soggetti fosse collocata nella zona della Versilia.
Sulla scorta degli elementi raccolti, nella mattinata di mercoledì 15 giugno gli uomini della squadra investigativa si sono recati in trasferta effettuato un servizio di appostamento nei pressi delle uscite dei caselli di “Viareggio” e “Versilia”, con l’ausilio di personale del commissariato di polizia di Viareggio e della Polizia Locale della stessa cittadina. Così è stato intercettato il furgone: a bordo i due soggetti che hanno tentato la fuga, durata pochi centinaia di metri.

A seguito della perquisizione del furgone sono stati rinvenuti e sequestrati, oltre alla moto utilizzata sia in occasione del furto avvenuto a Chiavari, sia in occasione di altri reati commessi in Liguria e Toscana, una serie di strumenti ed oggetti utilizzati per commettere reati: trasmittenti e scanner sintonizzati sui canali delle forze dell'ordine, un “jammer” (uno strumento elettronico che può disturbale le trasmissioni radio, gsm e gps), vari strumenti professionali atti allo scasso, pettorine con la scritta “polizia locale”, tesserini della polizia locale con distintivi contraffatti, falsi tesserini di appartenenti alle Asl e di Ispettore dell’Acquedotto, perfette riproduzioni di targhe clonate e bombolette spray al peperoncino.

Gli agenti del commissariato di Chiavari in collaborazione con diversi uffici investigativi liguri e toscani stanno indagando su una lunga serie di reati che i due uomini avrebbero perpetrato sempre con la stessa tecnica nell’arco degli ultimi mesi nelle due regioni.

 

 

 

 

 

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