GENOVA -Fa paura anche dal carcere Luca Delfino, l'assassino delle fidanzate, l'assassino di Antonella Multari, strazia a coltellate nel 2007 a Sanremo, e sospettato e poi assolto a anche per il delitto nei vicoli di Genova di Luciana Biggi.
Nei giorni scorsi è trapelato che dalla cella dove sta scontando quasi venti anni di galera avrebbe minacciato di morte Bruna Biggi, la sorella di Luciana, che però non è stata mai avvertita di questo e continua a fare la sua vita come se nulla fosse.
Eppure, grazie a una relazione della procura, sotto la casa di Bruna, nel quartiere genovese di Teglia viene svolta una sorveglianza dinamica dalle forze di polizia disposta dal prefetto.
Singolare ed inquietante che però la persona a rischio, appunto Bruna, non sia mai stata avvertita del pericolo.
Non solo: delle minacce di Delfino non sa nulla neppure il suo legale, Riccardo Lamonaca, che parla di "bufala", perchè di atti ufficiali in merito contro il suo assistito non ce ne sono.
L'avvocato parla anche della possibilità che Delfino possa uscire: la sua pena sta per finire, è stato condannato a vent'anni per il femminicidio di Sanremo e altri reati minori, e con gli sconti entro un anno potrebbe rimanergli solo 5 anni di misure di sicurezza, non in un carcere ma in una struttura psichiatrica.
Cinque anni che possono diventare di meno se le perizie stabiliranno che è innocuo, ma che potrebbero allungarsi all'infinito se invece gli specialisti lo definiranno pericoloso.
Insomma un fine pena, quello di Delfino, che è un enigma.
Spaventa però che lui, al contrario di quanto aveva detto circa un anno fa al suo legale, quando rimarcò non sentirsi ancora pronto a tornare alla vita normale, adesso su questo non si esprime.
Non solo: l'avvocato Lamonaca si sta informando sulla possibile data di scarcerazione. Un'eventualità che fa paura, non solo a Bruna Biggi, ma pure a un detenuto genovese suo compagno di cella a Pontedecimo che denunciò per iscritto a un cronista: "Luca odia le donne: ogni volta che vede un femminicidio in tv si infuria e le maledice "sono tutte puttane, maledette".
Ed allora è legittimo chiedersi: può un giudice, in un contesto come questo, rimettere in libertà l'assassino delle fidanzate?