Vai all'articolo sul sito completo

Cronaca

Dopo i danni della siccità e del passaggio dei cinghiali, i produttori temono gli incendi
58 secondi di lettura
di Linda Miante
Il tuo browser è obsoleto.

Assenza di precipitazioni e caldo afoso mettono in crisi l'olivicoltura ligure. Gli oltre trecento soci della Cooperativa del Frantoio di Celle Ligure - che dal Ponente genovese arriva fino a Noli - parlano già di produzione zero: "Non ci sono le condizioni, stiamo addirittura lottando per la sopravvivenza delle piante e questa è al momento la priorità. Gli stessi boschi stanno cedendo perché non c'è apporto idrico, neanche in profondità. I pozzi sono quasi prosciugati".

Quella dell'olivo è una coltura che si può effettuare in asciutto con buoni risultati, ma "quest'anno le coltivazioni che si trovano in posti pietrosi come i nostri hanno bisogno di irrigazione. Non c'è alternativa. Avevamo un impianto a goccia poi distrutto dai cinghiali e quindi ora usiamo le manichette per l'acqua" spiega l'olivicoltore Dino Barlo indicando il colore innaturale delle foglie dei suoi olivi. "Ora ci stupiamo di questa situazione? - Prosegue Barlo. Sono almeno cinque anni che il clima va via via peggiorando e se anche gli olivi soffrono, allora vuol proprio dire che siamo giunti al limite". Abitazioni e terreni sono minacciati dagli incendi estivi che in presenza di vento potrebbero distruggere intere aree boschive come accaduto ad Arnasco