SAVONA - Aumentare l'uso dei droni per prevenire gli incendi e limitare l'accesso di auto e moto alle zone boschive nei periodi più a rischio. Sono questi gli auspici che arrivano dai volontari dell'Osservatorio Savonese animalista dopo il vasto rogo che ha distrutto centinaia di ettari di macchia boschiva tra Arnasco e Albenga per diversi giorni.
L'immagine degli animali delle aziende zootecniche allontanati dalle fiamme sono un simbolo di un problema più ampio. A ogni incendio oltre alla devastazione per il territorio è tutto l'ecosistema a pagarne le conseguenze, compreso il mondo animale.
"Secondo gli studi in ogni ettaro muoiono, bruciati vivi o asfissiati mediamente cinque milioni di insetti, dai cinque a diecimila rettili e uccelli e circa duecento mammiferi, i cui piccoli corpi sono quasi sempre distrutti e polverizzati dalle fiamme. E non se la passeranno molto bene, per lungo tempo, i superstiti che, fuggiti nelle aree vicine, si troveranno a competere con le popolazioni originarie in ambienti che non conoscono, correndo seriamente il rischio di morire di fame" sottolineano dall'osservatorio.
Numeri spaventosi che se moltiplicati per i circa 430 ettari andati in fumo solo tra Albenga e Arnasco danno la misura del disastro. In Liguria in tutto il 2022 sono andati in fiamme oltre 650 ettari di bosco con le conseguenze per l'agricoltura e le aziende zootecniche. "Negli oltre quattrocento ettari dell’incendio di Arnasco/Villanova sono sicuramente morti milioni di animali" spiegano dall'Osservatorio Savonese animalista.