ROMA - "La mia partenza è stata burrascosa. Era tutto programmato ma la Digos, lo stesso giorno della partenza era sotto casa e mi ha preso. Mi hanno tenuto due, tre orette in questura per chiedermi informazioni di tutta questa faccenda qua. Uscito dalla questura mi sono affrettato a raggiungere casa, ho preso lo zaino e sono partito il prima possibile". Lo dice all'Ansa Kevin Chiappalone (in foto), lo studente genovese di 19 arruolato con la resistenza ucraina e indagato dalla procura di Genova perché ritenuto un mercenario.
"Non sono venuto qui per denaro - continua Ivan - ho neanche 400 euro in tasca. Ho preso un biglietto di sola andata ho raggiunto Cracovia. Lì sono stato due giorni, ho raggiunto il confine con l'Ucraina e da lì mia madre ha appreso tutto. L'ho chiamata, mi stavano scendendo le lacrime, lei si è messa a piangere, mio padre pure, si sono messi a supplicare di tornare a casa. Però ho fatto la mia scelta di venire qui. La storia è un po' complessa".
"Mi sono addestrato per un mese e mezzo e ora sono al fronte a combattere. CasaPound non c'entra e non l'ho fatto perché Putin voleva denazificare il Donbass. Mi sembra però un controsenso che l'Italia mandi armi a manetta e io rischio sette anni perché combatto a fianco degli ucraini". Intanto il giovane, direttamente dall'Ucraina, è attivo sui social: sulle sue storie Instagram ha pubblicato lo screenshot di tutti gli articoli che parlano di lui, poche ore dopo aver pubblicato una foto in cui, armato e seduto accanto ad alcuni fucili, fa dei segni con le mani.