GENOVA -"Noi ci eravamo rivolti alle istituzioni con la preoccupazione più importante di tutelare la salute di nostro figlio, che era anche il pensiero della sorella Alice, che amava il fratello...".
E' un racconto di grande lucidità quello di Antonella Zarri, la mamma di Alice Scagni uccisa il primo maggio a coltellate dal fratello Alberto, nonostante i tanti tentativi di fermarlo da parte dei genitori che avevano chiesto aiuto più volte e più giorni al 112, alla polizia e al Servizio di Salute Mentale.
Zarri, dirigente di banca da poco in pensione, parla dalla sua casa di Sampierdarena, e lì che ci accoglie e apre il diario della sua vita, della sua famiglia, felice sino alla tragedia.
Una famiglia però segnata solo dall'epilessia di Alberto, apparsa all'età di 8 anni, forse non caso nell'anno in cui nasce Alice e di una brutta malattia del papà Graziano, dirigente amministrativo in una scuola.
Ma nonostante questo l'adolescenza dei fratelli, garantisce Antonella, è stata serena, e il suo pensiero va ai tanti ricordi, fra cui quelli legati a tanti momenti felici, Alice e Alberto su un gommone che lui conduceva.
La mamma non avrebbe mai immaginato di aprire una pagina su Fb, che ha chiamata "Giustizia per due figli rubati: Alice e Alberto".
Poi si è arrivati alla tragedia del Primo Maggio, in via Fabrizi, a Quinto.
L'epilogo dopo la drammatica telefonata in cui Alberto ordina al padre di dargli dei soldi, in caso contrario ucciderà Alice e il marito Gianluca.
Alice ammazzata quando sua vita stava sbocciando, appena diventata mamma e con la gioia di pensare a un secondo figlio, come svela Antonella, mentre i primi disagi di Alberto si erano già manifestati nel 2018 quando perse lavoro e la compagna. Il tutto acuito da fragilità e dipendenze, tanto da dilapidare in tre mesi 16 mila euro accumulati con un fondo pensione dai genitori..
Zarri risponde anche a cosa ha trovato di bello in una tragedia così grande: "E' stato bello vedere il giorno del funerale quante persone volevano bene ad Alice, e anche le parole del prete sono state delicate e vere, su Alberto invece mi ha fatto piacere che nella pagina di Fb da me aperta in tanti hanno parlato bene di lui, amici non delle elementari ma recenti...".
Alberto, svela ancora la madre, "molto intelligente e che sognava di fare lo scrittore", e forse per questo ora sta scrivendo le sue emozioni dal carcere. "Ma Alberto non si è ancora pacificato, nonostante l'uccisione della sorella, perché ha ucciso lei e non noi? Colpendo lei ha colpito tutti noi, perché Alice era la nostra e la sua luce".
Antonella ammette che se potesse tornare indietro non si fiderebbe più dello Stato e pagherebbe una vigilanza privata per controllare Alberto, come aveva fatto per tre giorni con ottimi risultati.
Una mamma lucida che perde la sua freddezza e si commuove solo alla domanda se andrà a trovare il figlio in carcere: "Io sono mamma di Alberto e di Alice, che è qua, io lo sento e la vedo, lei vorrebbe sicuramente perchè è preoccupata per suo fratello".