GENOVA -"Fra le priorità della città ci sono la sicurezza del centro storico, le baby gang di stranieri e la gestione dei minori stranieri non accompagnati".
Lo ha detto il colonnello Gerardo Petitto, 52 anni, avellinese cresciuto a Napoli, da alcuni giorni nuovo comandante del comando provinciale dei carabinieri subentrato a Gianluca Feroce.
Petitto ha già incontrato il prefetto di Genova Renato Franceschelli e così ha avuto già modo di inquadrare quali sono i principali problemi in fatto di sicurezza di Genova e provincia: "Sono già stato a passeggiare nei vicoli del centro storico con il comandante della stazione della Maddalena Cotugno che mi ha illustrato le criticità di un territorio complesso ma bellissimo come i vicoli che mi ricordano il centro storico di Napoli dove sono stato anche frequentando l'accademia militare della Nunziatella. Tornerò nei vicoli anche di sera e di notte" promette Petitto.
Sulla gestione dei minori stranieri non accompagnati che da mesi si sono resi protagonisti di reati anche gravi il comandante spiega: "Serve un gioco di squadra con le altre forze dell'ordine, ma anche con la procura e i servizi sociali, perché fra i problemi ci sono quelli di identificarli e trovare delle adeguate sistemazioni alloggiative, quei ragazzi possono provocare problemi di sicurezza ma impongono anche un sistema di accoglienza e integrazione in cui sono coinvolti vari attori di un sistema di cui fanno parte anche Ministero, prefettura, associazioni e altre realtà sociali".
Sposato, figlio di un funzionario di banca, Petitto è padre di due figli che non hanno seguito le sue tracce e scelto altre professioni. Racconta poi che da bambino sognava di fare il pilota di aerei, "ma per colpa della vista ho dovuto rinunciare e così ho fatto il carabiniere, e sono molto contento della scelta".
Compagno di accademia del suo predecessore Gianluca Feroce, Petitto arriva dal comando generale di Roma dove si occupava dei reparti e degli arruolamenti, in passato invece ha diretto due compagnie a Gallipoli e a Castellamare di Stabia, quindi ha diretto il nucleo investigativo di Bari e il comando di Monza, con competenze anche nel Milanese all'epoca dell'Expo.
Tifoso del Napoli, "ma soprattutto del bel calcio, due cose che per fortuna ora coincidono" ammette, anche se uno dei due figli, aggiunge, "è molto tifoso della Roma, qui a Genova poi c'è il napoletano Quagliarella, ma devo dire che le due squadre di Genova mi sono simpatiche perchè hanno sempre lottato con molto ardore per rimanere in serie A".
Genova città invece la conosce poco, "ci sono stato un paio di volte, una seguendo una visita del presidente della Repubblica visto che ho lavorato per un breve periodo al servizio della Presidente".
"Genova mi piace - spiega ancora Petitto -, ora capisco perchè la chiamano la Superba, è veramente una città affascinante, sia la parte a mare che il centro storico, poi siccome sono cresciuto in una città di mare come Napoli normale che Genova mi piaccia".
Il comandante poi svela che voleva fare il pilota d'aereo ma per colpa della vista dopo il liceo ha dovuto cambiare obiettivo.
Fra le tante indagini a cui ha partecipato ricorda quelle svolte da capo del nucleo investigativo di Bari contro i clan della criminalità organizzata, e definisce l'attività investigativa "esaltante". Poi con il passare degli anni si capisce che l'investigazione è solo uno degli aspetti del nostro lavoro, "la cosa più importante è sentirsi utili alla gente e le soddisfazioni più belle sono quelle che si hanno stando fra la gente".
Petitto poi dice che ha saputo che il comando provinciale di forte San Giuliano nel tragico G8 del 2001 era stato assediato e attaccato dai manifestanti violenti: "Ero giovane -ammette - all'epoca comandavo la compagnia di Gallipoli, in Puglia".
Il nuovo comandante invece alla domanda sulla presunta di carenze d'organico del nucleo radiomobile di Genova risponde così: "I numeri li conosco, una delle cose che facevo al comando di Roma era proprio calcolare gli assetti del personale rispetto alle problematiche, Genova è come Bologna, o Catania e Firenze, appena meno grande di Torino, forse qui per la conformazione del territorio servono più moto e meno macchine, ad esempio alla stazione del centro storico della Maddalena le auto quasi non servono, posso però già affermare che non mancano né auto né benzina, né la manutenzione".
Sulla carenza del personale invece spiega: "Ci portiamo ancora dietro i problemi causati del blocco parziale del turn over che significava assumere venti carabinieri su cento che andavano in pensione, ma questo è successo sino al 2015, ora siamo a posto, tanti carabinieri vanno via e tanti ne assumiamo. Anche se la pandemia ha rallentato l'adeguamento degli organici, ma piano piano stiamo sistemando gli organici". conclude con un sorriso Petitto.