GENOVA -"Non siamo stati messi in condizioni di difenderci perché impossibilitati ad accedere all'hardware delle perizie sulle cause del crollo per questo il processo deve ricominciare dall'udienza preliminare".
La disperata, anche se dai toni pacati, richiesta di Giovanni Accinni, uno dei legali dell'ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci non era inaspettata ma ha fatto lo stesso rumore all'udienza del processo sulla tragedia che il 14 agosto del 2018 ha causato la morte di 43 persone.
Una richiesta che Accinni aveva presentato già in udienza preliminare, ma rigettate dal giudice.
Tocca ora al collegio di tre giudici presieduti da Paolo Lepri accettarla o respingerla, come è assai probabile: la decisione potrebbe essere presa la prossima settimana.
Accini ha anche denunciato che in caso di una risposta negativa non si fermerà e ricorrerà in Cassazione e alla Corte Europea di Strasburgo.
Accinni ha poi aggiunto che sul banco degli imputati, in tutto 59 persone, mancano i veri responsabili del crollo e della tragedia: Autostrade per l'Italia, Spea (le due aziende che hanno patteggiato e pagato per uscire dal processo), il Ministero delle Infrastrutture, un tecnico che garantì che il ponte sarebbe stato sicuro dal 1993 sino al 2030 e anche il costruttore, l'ingegner Morandi, deceduto da anni.
Insomma tutti colpevoli tranne Castellucci, che pure, come ha riferito l'accusa, sarebbe stato il dominus di tutto che muoveva ogni filo della gestione di Autostrade mirata esclusivamente ai profitti.
Morandi, 500 parti civili escluse: il comitato dei famigliari ammesso al processo - LA NOTIZIA
L'udienza di oggi del processo è cominciata con una bella notizia che potrebbe fare giurisprudenza e colto di sorpresa tutti: i giudici hanno accettato fra le 200 parti civili anche il Comitato dei familiari delle vittime di Egle Possetti guidato dall'avvocato Raffaele Caruso.
Il legale appena ha appreso la notizia ha lasciato la tensostruttura del tribunale dove si tiene il processo ed è accorso ad abbracciare i familiari delle vittime che assistevano da remoto all'udienza dall'aula magna degli uffici giudiziari di via del Seminario. Un abbraccio lungo e commosso, quello fra il legale e i familiari delle vittime, il comitato era già stato escluso dal processo dal gup Faggioni perché costituito dopo la tragedia.
Il collegio dei giudici, come previsto, ha sfrondato il numero delle parti civili che avrebbero pericolosamente frenato il processo penale: via tanti abitanti della zona rossa già risarciti, via le associazioni che con certosa e anche con Genova hanno poco a che fare, via pure alcuni negozianti della Valpolcevera. In tutto sono 502 i potenziali danneggiati esclusi che comunque potranno chiedere i danni in sede civile, affidandosi a un legale e con tempi assai più lunghi. Molti, è prevedibile, rinunceranno, ma tanti si stanno già organizzando per agire con una class action.