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Cronaca

La vittima descritto come un padre padrone, "moglie e figli incapaci di difendersi". Ma il patricida in carcere al suo avvocato non svela nulla. Domani l'autopsia
2 minuti e 10 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA -"Claudio era un bravo ragazzo, se si è trasformato in un assassino c'è un motivo, ma non possiamo dirlo noi, parlate con i servizi sociali, indagate...".

Le mezze frasi degli abitanti di via Novella, sui social ma anche per strada, sono tante e tutte a difesa di Claudio Evangelista, il quarantaduenne mite, da sempre in cura presso i servizi di Salute Mentale che domenica sera nella sua casa di via Novella 95, fra le case popolari del Cep di Pra', al termine di una lite ha afferrato un coltello in cucina e ha ucciso il papà Francesco, 77 anni, pensionato con un passato pieno forse tutto da scoprire.


Il figlio ha colpito il padre con almeno 21 coltellate, fra cui una al cuore, come ha riferito il medico legale Alessandro Bonsignore che ha svolto il primo sopralluogo nell'abitazione insieme agli agenti della scientifica e della omicidi.
Sarà sempre Bonsignore a svolgere domani l'autopsia disposta dal sostituto procuratore Paola Calleri.

Ma per capire dove nasce questa tragedia più di un medico legale sembra importante parlare con i vicini di casa storici della famiglia Evangelista, alcuni dei quali conoscenti della famiglia già da quando abitava nel centro storico delle Vigne. Vicini ora stretti tutti intorno all'anziana moglie e ai quattro figli, tre femmine e appunto Claudio, il parricida, il più piccolo e il più fragile.


Alcuni abitanti hanno parlato con il cronista già domenica sera in via Novella a poche ore dalla tragedia, storie da film dell'orrore. Ma si non possono scrivere accuse così pesanti se riferite solo da vicini di casa. D'altra parte la polizia, che ha appreso dei possibili retroscena del delitto solo in un secondo tempo, sta indagando in silenzio, e parlare con i servizi sociali è impossibile per la "privacy" dovuta alla famiglia Evangelista.

Sul fronte delle indagini oggi l'assassino, il patricida Claudio Evangelista, ha incontrato nel reparto clinico del carcere di Marassi dove è detenuto il suo legale, l'avvocato Barbara Barone, ma pur ricordando i momenti che hanno preceduto l'omicidio del padre, la lite per la tv troppo alta e le coltellate inferte al genitore, non ha fatto nessun cenno al passato.  Un buco nero in cui non è ancora facile addentrarsi.


L'avvocato Barone, molto discreta, però, ovviamente ha tutto l'interesse ha scavare nel passato della famiglia del suo assistito, non si fermerà e cercherà di acquisire ogni informazione in possesso dei servizi sociali, che di certo conoscono la tormentata storia clinica non solo del patricida ma anche del resto della sua famiglia: quel buco nero che potrebbe spiegare una tragedia che per ora sembra avere sorpreso solo chi abita lontano dal civico 95 di via Novella.

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