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Cronaca

Non è stato stroncato dalle droghe ma da un mix di farmaci, accettò di morire
1 minuto e 11 secondi di lettura
di Matteo Cantile

"Paolo Calissano non è morto per colpa della droga ma si è suicidato": a rivelarlo è Roberto, fratello dell'attore scomparso un anno fa (LEGGI QUI), dopo che il tribunale di Roma ha archiviato l'inchiesta sul decesso. Il corpo di Paolo Calissano era stato trovato senza vita dall'ex fidanzata, Fabiola Palese, in un appartamento della Capitale, nel quartiere Balduina. 

"Mio fratello non è morto per abuso di droghe - spiega Roberto Calissano - ma per un'overdose di farmaci che prendeva a causa di una forte depressione, causata dalla sua situazione personale. Quella sera, in sostanza, accettò di morire". Il fratello dell'attore spiega che il suo stato d'animo era fortemente colpito da una serie di fattori: i debiti, in primo luogo, e poi dalle difficoltà a lavorare causate dalla brutta vicenda in cui Paolo era stato coinvolto; nel 2005, infatti, nella sua casa di Genova morì una ballerina brasiliana, madre di due figli, Ana Lucia Bandeira. Per quel fatto Calissano fu condannato a 4 anni di reclusione (scontati al servizio di una comunità di recupero per tossicodipendenti), in quanto ritenuto colpevole di avere ceduto la droga che aveva ucciso l'amica. 

I guai con la droga, però, si ripresentarono tre anni dopo quando in seguito a un incidente stradale l'attore venne trovato nuovamente positivo alla cocaina. 

"Paolo - conclude il fratello Roberto - avrebbe voluto il diritto all'oblio per quella storia che invece saltava sempre fuori, non riusciva a liberarsene e rendeva impossibile trovare un ingaggio lavorativo".

 

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