Vai all'articolo sul sito completo

Cronaca

L'autopsia conferma che Incorvaia ha sparato a Giulia sul letto e poi si è ucciso con un colpo alla tempia. L'uomo, che non era in cura per depressione, a mezzogiorno aveva risposto a una telefonata
2 minuti e 29 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA -L'autopsia conferma che Andrea Incorvaia, il guardiano notturno di 32 anni che il 4 gennaio ha ucciso la fidanzata Giulia Donato di 23 anni perché voleva lasciarlo, ha sparato alla ragazza da circa un metro, sorprendendola a letto, poi ha rivolto l'arma di ordinanza verso la sua tempia e si è ucciso.


L'esame autoptico svolto dal medico legale Martina Drommi ha confermato quanto già evidenziato dal primo sopralluogo della polizia scientifica, il medico legale e il magistrato titolare delle indagini Francesca Rombolà.

L'omicidio suicidio potrebbe essere avvenuto nel primo pomeriggio, dopo le 13, alcune ore prima di quando i familiari del guardiano, in ansia perchè Andrea non rispondeva al telefono, hanno aperto la porta della casa di via Anfossi e trovato i due cadaveri.

Di certo alle 12 Incorvaia era ancora vivo visto che ha risposto a una telefonata. L'uomo, a conferma che potrebbe non avere premeditato il gesto, era vestito da guardiano perché alle 14 sarebbe dovuto montare di servizio in una banca nel centro di Genova.

Molto possessivo e geloso nei confronti della giovane compagna, Andrea potrebbe avere deciso di uccidere Giulia al termine dell'ennesima discussione nata sul loro futuro.


Lui, che aveva passato la notte in casa della compagna, desiderava un rapporto che potesse guardare al futuro, lei, che aveva quasi dieci anni di meno, invece non era ancora pronta, perché più giovane e perché alle spalle aveva già la drammatica esperienza di perdere un figlio, una bambina nata prematura e morta a un mese di vita. E poi Giulia era spaventata dalla sua gelosia, dal fatto che lui era molto possessivo.

I poliziotti della squadra mobile diretta dal primo dirigente Stefano Signoretti nei prossimi giorni acquisiranno i testi dei messaggini dei telefoni di Giulia e di Andrea: dalle prime indagini svolte dagli investigatori non risultano esserci minacce o aggressioni da parte del guardiano nei confronti della ventenne, né tantomeno sono state trovate denunce della ragazza nei confronti dell'uomo.

Di certo però Incorvaia era un partner possessivo e molto geloso che voleva avere solo per sé Giulia. Come hanno svelato le amiche della ragazza. Forse per questo lei, dopo i tanti tira  e molla dei mesi precedenti, voleva lasciarlo in modo definitivo. E forse per questo, alla notizia che la loro storia era al capolinea, Andrea ha preso la pistola e l'ha uccisa, poi ha puntato l'arma contro di sé e ha fatto fuoco per la seconda volta.

Gli inquirenti invece non per ora trovato prove che l'uomo fosse in cura da una psicologa o assumesse psicofarmaci antidepressivi, come anche riferito anche dal presidente della Cooperativa Lubrani per cui lavorava da anni che ha definito il guardiano Incorvaia "esemplare".

Risulta invece che il trentenne avesse contattato in passato due volte una psicologa: due anni fa e un anno fa, ma per questioni che non avevano nulla a che vedere con il rapporto con Giulia e che apparentemente l'uomo aveva superato. Per approfondire meglio il passato dell'uomo nei prossimi giorni i poliziotti ascolteranno la psicologa e il suo medico di base. 

ARTICOLI CORRELATI

Giovedì 05 Gennaio 2023

Omicidio suicidio, testimone: "Assassino sconvolto da incidente di 4 giorni prima"

La sera di Capodanno Incorvaia aveva distrutto la sua auto e danneggiato tre vetture. I testimoni: "Quella sera la coppia non ha mai litigato, sembravano in sintonia, ma lui era sconvolto per avere distrutto la sua auto"