GENOVA - E' stato il giorno dell'addio a Giulia Donato, è il giorno in cui tutta Pontedecimo e tanti altri abitanti della parte alta della Valpolcevera si sono stretti ai familiari, alla mamma, alla nonna, della ragazza uccisa a soli 23 anni da un fidanzato che non accettava di perderla.
Un assassino nascosto sotto la divisa di guardiano giurato e che dopo avere ammazzato lei con la pistola ha puntato l'arma contro di sé e ha fatto fuoco ancora. La tragedia mercoledì 4 gennaio nella casa di lei, in via Anfossi 22, un casetta all'ultimo piano, modesta, ma per Giulia una reggia dove andare finalmente a vivere da sola, come aveva raccontato alle amiche. Una casa che era un regalo della nonna per quella nipotina così sfortunata, che due anni prima aveva perso una figlia, Azzurra, nata prematura e il cui nome lei aveva tatuato sull'avambraccio.
Tutta Pontedecimo alle 11.30 di oggi si è fermata e ha pianto per lei nella chiesa San Giacomo Maggiore, situata nel centro storico di questo paese della Valpolcevera dove tutti si conoscono e si vogliono bene.
La cerimonia è stata officiata da don Marco, che ieri sera ha abbracciato per la prima volta i familiari e gli amici di Giulietta, accorsi nelle tre navate della chiesa per il rosario. Devastata dal dolore Antonella, la mamma di Giulia, come sorretta anche fisicamente dagli altri familiari, tutti lì, alle 18.30 in una serata livida che sembrava irreale.
Neanche il primo sole dell'anno ha mitigato il dolore di Pontedecimo per l'ultimo saluto a Giulia, accolta davanti alla chiesta da palloncini bianchi stretti dalle mani delle amiche: la salma della ragazza dopo la cerimonia è stata trasferita nel cimitero di Campomorone, il comune che è tutt'uno con Pontedecimo dove vive da anni la mamma Antonella.
In Consiglio regionale della Liguria prima dell'avvio dei lavori ha ricordato con un minuto di silenzio la ragazza. Nel muro delle bambole del palazzo della Regione in piazza De Ferrari è stata posizionata una bambola in più per ricordare la giovane. Nella chiesa anche una delegazione dell'associazione che ha deposto la bambola.
Non ci sarà un vero funerale invece per l'assassino, per Andrea Incorvaia, 32 anni, guardiano giurato della Lubrani, che quando ha capito di avere perso Giulia l'ha uccisa. La famiglia dell'uomo, che si è chiusa nel suo dolore nella casa di via Ventotene al Lagaccio, ha deciso di trasferire le ceneri di Andrea nel cinerario comune del cimitero di Staglieno. Troppo forte lo strazio per celebrare un funerale, "per noi Andrea rimarrà la persona dolce che abbiamo sempre conosciuto, anche lui così giovane" ha detto in lacrime ad amici la mamma.
Un omicidio, quello commesso da Incorvaia, che per gli amici di Giulia è stato invece un raptus annunciato, "perchè lui era così possessivo e geloso e non la lasciava respirare, da quando stava con lui Giulia si era spenta".
Le indagini dei poliziotti della sezione omicidi della squadra mobile coordinate dal pubblico ministero Francesca Rombolà stanno cercando di ricostruire nei dettagli la dinamica della tragedia: mercoledì 4 gennaio dopo avere dormito in casa della fidanzata che ormai aveva deciso di lasciarlo, Incorvaia ha indossato la divisa per andare a lavorare, ma poi dopo le 12, quando ha risposto all'ultima telefonata sul cellulare, invece di uscire per andare a fare la vigilanza di una banca in centro città, dove si sarebbe recato con il treno o il bus visto che alla vigilia di Capodanno aveva distrutto la sua auto, ha impugnato la pistola e ha ucciso Giulia, che era ancora a letto perché aveva l'influenza. Poi si è sparato un colpo alla tempia.
Importante per ricostruire la tragedia saranno i messaggi nei cellulari di Giulia e Andrea: il contenuto degli smartphone sarà noto solo nelle prossime ore quando gli investigatori potranno accedere alla memoria dei due telefoni.
Per ora l'unica notizia trapelata è stata quella che i due non si erano scambiati messaggi nelle dodici ore precedenti la tragedia: la conferma, per ora l'unica, che Andrea aveva passato la notte insieme a Giulia.