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Cronaca

I difensori degli imputati: "Si vuole condizionare i giudici". I Pm: "E' il nostro compito". Il giudice Lepri garantisce sull'imparzialità con una battuta: "Non siamo abelinati"
2 minuti e 30 secondi di lettura
di Michele Varì
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GENOVA -Slitta a lunedì 23 gennaio la decisione se accettare o no nel processo sulla tragedia di Ponte Morandi la maxi memoria presentata dai pubblici ministeri Terrile e Cotugno.

I giudici hanno annullato la udienza di domani per valutare le numerose eccezioni presentate dagli avvocati difensori dei 58 imputati, che hanno chiesto di respingere la memoria o depurarla di alcune parti.

Quella di oggi è stata un'udienza molto movimentata, non solo perchè a causa della pioggia che disturbava l'audio il processo nella parte finale della mattinata si è spostato dalla tensostruttura all'aula bunker, ma anche per i vibranti faccia a faccia fra le parti in gioco.

Per dire di no alla memoria sono scesi in campo tutti gli avvocati difensori dei 58 imputati, principi del foro per primi, come Giovanni Paolo Accinni, avvocato dell'ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci, che hanno paragonato il pm Terrile a Paul Newman nel film il Verdetto. "Con le migliaia di pagine della memoria si vuole tentare di condizionare i giudici prima del contraddittorio del processo, una mostruosità giuridica che va respinta".

Non è mancato chi ha paragonato Terrile a un cow boy che entra in un saloon sferrando un calcio alla porta.


Sulla stessa linea, con tanto di dotte orazioni di giurisprudenza, anche gli altri legali degli imputati, che hanno citato altri film "Il pifferaio di Hamelin" (avvocato Luca Marafioti), "L'uomo che uccise Liberty Valance" (rievocato dall'avvocato genovese Guido Collela) e i libri di Erri De Luca (citato dall'avvocato Accinni), Heidegger, Virgilio e Dante, alcuni hanno accusato che la memoria "è stata scorrettamente consegnata ai giornalisti prima che ai legali in modo da condizionare l'ambiente". Ipotesi che i legali della parti civili hanno smentito: "La conferma che questa affermazione è fasulla arriva dalla cronologia degli articoli e quella della consegna della memoria ai legali".

Gli unici a favore del dossier dei pm sono stati i legali delle parti civili, i danneggiati, e gli avvocati dei familiari delle vittime. Che hanno fatto notare che il suo tribunale di Genova ha l'imparzialità scritta nella sua storia, nel suo dna,  arrivando a citare persino il sacrificio del giudice Coco: morto per non arrendersi al ricatto dei terroristi.

L'avvocato Luca Cesareo, di Assoutenti, ha rimarcato: "Gli imputati sembrano più difendersi dal processo piuttosto che difendersi nel processo con ragioni e argomentazioni"

Da annotare una delle tante risposte del pm Cotugno ai legali dei difensori: "Noi vogliamo condizionare i giudici per fare condannare gli imputati? Certo, siamo pagati per fare questo che è il compito di ogni pubblico ministero"

Il giudice Lepri, il presidente del collegio, dopo avere rassicurato gli avvocati con una battuta pescata nello slang genovese, "capisco i timori degli avvocati degli imputati, ma non siamo così permeabili e neppure "abelinati"", a fine udienza, dopo le articolate risposte agli avvocato degli imputati da parte di Cotugno, ha dato appuntamento a lunedì, per la decisione sulla memoria e anche per l'avvio dei primi interrogatori dei periti del giudice dell'udienza preliminare che stilarono la perizia sulle cause del crollo. Come a dire: memoria o no, il processo va avanti.

 

 

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