GENOVA-A causa della ricusazione del giudice richiesta dai legali di alcuni indagati rischia di slittare a dopo il 21 gennaio la prossima udienza preliminare per il crollo del ponte Morandi avvenuto il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone.
La decisione sarà presa domani alla ripresa delle udienze del processo iniziato nel tribunale di Genova. Il 21 gennaio è fissata l'udienza della Cassazione per decidere sulla ricusazione del giudice per l'udienza preliminare Paola Faggioni.
Domani lo stesso gup dovrà decidere se accogliere la richiesta o andare avanti e in questo caso saranno i pubblici ministeri Walter Cotugno e Massimo Terrile a prendere la parola.
I difensori di alcuni dei 59 imputati, tra i quali l'ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, avevano presentato istanza di ricusazione del giudice Faggioni in quanto non sarebbe imparziale visto che aveva già espresso un giudizio sul procedimento per il crollo nell'ordinanza sulle misure cautelari emesse nell'ambito dell'inchiesta sulle barriere autostradali antirumore pericolose, indagine nata da quella sul disastro del Morandi, che coinvolge alcune persone in entrambi i procedimenti. La corte d'appello di Genova aveva respinto l'istanza e gli avvocati hanno impugnato in Cassazione.
All'udienza preliminare sono stati ammessi come responsabili civili Autostrade e Spea, la società che si occupava delle manutenzioni, mentre sono state escluse Anas e il ministero delle Infrastrutture e mobilita' sostenibili.
Sono 59 le persone imputate, oltre alle due società (Aspi e Spea). Le accuse, a vario titolo, sono di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti, omissione dolosa di dispositivi di sicurezza, falso. Per l'accusa, gli ex vertici della società sapevano che il ponte era malato ma le manutenzioni vennero rinviate per ottenere maggiori guadagni e dividendi.