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Cronaca

L'assassino potrà chiedere essere interrogato prima rinvio a giudizio
57 secondi di lettura
di d.vass

Chiuse le indagini per l'omicidio di Alice Scagni, la donna che il primo maggio venne uccisa dal fratello Alberto sotto la casa dove abitava a Genova Quinto. Il pubblico ministero Paola Crispo ha contestato l'omicidio premeditato pluriaggravato e il porto abusivo di armi. Scagni, difeso dagli avvocati Elisa Brigandì e Maurizio Mascia, adesso può chiedere di essere interrogato entro 20 giorni prima della richiesta di rinvio a giudizio.

Dopo l'omicidio era stato aperto un secondo fascicolo sulle presunte omissioni e sottovalutazioni degli allarmi lanciati dai familiari (assistiti dall'avvocato Fabio Anselmo): per questo filone sono stati indagati due agenti e una dottoressa, interrogati nei giorni scorsi. Dopo gli interrogatori si attende adesso la chiusura delle indagini da parte della Procura.

Quel giorno Scagni minacciò i familiari perché voleva soldi. Dopo la telefonata si piazzò sotto casa di Alice e l'aspettò per ore. Quando la sorella uscì di casa lui la colpì con 24 coltellate. Secondo Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari, Scagni - sottoposto a perizia psichiatrica - è semi infermo di mente ma capace di stare in giudizio mentre il consulente della procura Giacomo Mongodi lo aveva definito pienamente capace.