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Cronaca

L'uomo potrebbe ereditare metà dei beni della vittima
1 minuto e 19 secondi di lettura
di Redazione Cronaca

I due figli maggiorenni di Sebastiano Cannella, l'operaio di 58 anni che a luglio ha strangolato con una corda la moglie Marzia Bettino da cui si stava separando, nel quartiere di San Biagio a Genova, si costituiranno parte civile contro il padre. Il processo in corte d'assise inizierà lunedì. A Cannella il pubblico ministero Federico Panichi, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, ha contestato la premeditazione perché la corda usata aveva un nodo scorsoio. Una ricostruzione contestata dal legali dell'uomo, l'avvocato Fabio Strata. Il pm aveva fatto eseguire una consulenza psichiatrica da cui è emerso che l'operaio è capace di intendere e volere. I militari, nel corso della perquisizione gli avevano anche trovato e sequestrato un coltello.

Cannella aveva raccontato la sua versione dei fatti al giudice per le indagini preliminari, nel corso dell'interrogatorio. "All'ennesimo rimprovero ho visto tutto nero e non ho capito più nulla. Volevo riallacciare i rapporti con lei e invece ho spento la vita della donna che amavo. Sono pentito di quello che ho fatto". L'uomo, fino a sentenza di condanna definitiva e prima di una sentenza in sede civile, potrà ottenere la sua parte di eredità nonostante abbia anche confessato l'omicidio. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l'operaio ha ucciso la moglie in una dependance di pertinenza della loro villetta usando una corda. Poi si è allontanato e a iniziato a vagare per la Valpolcevera per poi chiamare i carabinieri dalla stazione di Pontedecimo e confessare al telefono l'omicidio.

Cannella secondo l'accusa non avrebbe accettato la separazione e anche di dovere lasciare la casa di proprietà della moglie che aveva contribuito a ristrutturare.