GENOVA - "Abbiamo fatto alcune proposte allo Zapata, certo per poter proseguire con il dialogo è necessario che il centro sociale si costituisca in associazione, assuma una personalità giuridica, in modo da poterlo considerare un interlocutore".
Così il sindaco di Genova Marco Bucci al termine dell'incontro con alcuni referenti del centro sociale di Sampierdarena per cui da settimane si parla di un possibile sgombero.
Durante il colloquio, a cui ha partecipato anche il vicesindaco Pietro Piciocchi e l'avvocato del centro sociale Micaela Rossi, non sono mancate ipotesi di apertura nei confronti del centro sociale Zapata di via Sampierdarena.
Il Comune avrebbe confermato agli attivisti che i cantieri dei progetti Pnrr dovranno partire e in fretta ma non ha escluso la possibilità di un ritorno nell'edificio di via Sampierdarena dopo i lavori.
Molto potrebbe dipendere dalle esigenze di spazio dell'Accademia ligustica delle belle arti, a cui i locali sono destinati. Il nodo resta quello dei prossimi mesi, quelli in cui lo Zapata non potrà comunque restare nella struttura. Un'idea potrebbe essere quella di trasferirlo temporaneamente in un altro palazzo storico di Sampierdarena interessato da ristrutturazione, quello della Fortezza.
Il sindaco Bucci afferma che "l'aspetto positivo di questa vicenda è che ci siano tante diverse realtà culturali interessate a fare attività a Sampierdarena, questo è proprio quello che vogliamo per un quartiere sul quale investiremo 130 milioni nei prossimi anni".
In caso i Magazzini del Sale non fossero una strada percorribile restano altre ipotesi: alcuni forti, due capannoni abbandonati in lungomare Canepa o la ex Manifattura Tabacchi in via Degola.
La settimana scorsa il centro sociale Zapata aveva manifestato nelle vie del ponente della città per dire no alla sgombero deciso dal comune.