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Cronaca

L'avv. Gioffrè: "Anche le parole feriscono"
2 minuti e 13 secondi di lettura
di Alessandra Boero

TAGGIA - A colpi di interrogatori, incontri, confronti, legali, vittime, indagati prosegue la triste indagine che ha visto protagonisti, loro malgrado, alcuni anziani ospiti della casa di riposo Le Palme di Taggia, vittime di insulti, vessazioni, percosse da parte di numerosi dipendenti. Al momento, le accuse di maltrattamenti e abbandono aggravati (perché a carico di anziani per lo più non autosufficienti) risultano a carico di 24 persone tra infermieri e Oss.

Nelle scorse ore, ha avuto luogo un un incontro tra i dirigenti della struttura e i familiari delle vittime accompagnati dai legali tra cui l’avv. Maria Gioffrè.

"È una situazione delicata sotto più aspetti. Da una parte - spiega - l'evidenza, dall’altra la parte psicologica che ritengo la più difficile da superare. Alcune delle persone raggiunte, chi dall’avviso di garanzia con sospensione dall'esercizio in pubblico e privato servizio  chi dal provvedimento di custodia cautelare, hanno lavorato sino all’ultimo nella struttura. E' un qualcosa di inammissibile. Vedremo le carte".

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Nello specifico la Gioffrè difende tre famiglie tra cui la figlia di una donna più volte insultata e umiliata. "Le dicevano di tutto - racconta la signora che non nasconde di provare un profondo senso di rabbia alternato da un'amara tristezza - da vecchia di m… a rompi c… Mia mamma è una donna quasi cieca, costretta sulle sedia a rotelle".

"Da poco meno di un anno ha perso la lucidità ma non per questo la dignità. Ascoltare gli audio, leggere, vedere quelle immagini mi ha distrutto. Mi sono sentita impotente, in colpa. Non potevo tenerla a casa perché non possiedo una casa attrezzata e non ho una posizione economica in grado di far fronte ad una situazione del genere. Non avevo scelta. Non ho abbandonato mia mamma in una casa di riposo solo non potevo garantirle tutta l’assistenza di cui aveva bisogno. Ultimamente avevo notato dei cambiamenti, non era più lei. Spaventata, nervosa, restia. Non tanto tempo fa, ad esempio, le ho accarezzato la mano ma lei spaventata l'ha ritratta urlando 'No, vai via,  ahia..ahia'. Pensavo - prosegue - fosse un qualcosa legato all’età,  mamma ha quasi 90 anni, ma forse mi sbagliavo. Vedere quelle immagini - ripete - mi ha sconvolto. Non ho visto abusi fisici su di lei ma tanti, troppi insulti. Mi sono sentita morire, mi sono sentita in colpa per non aver capito. Ho sempre pensato di aver fatto la
scelta migliore per lei, seppur sofferta. Non è facile prendere una decisone del genere ma non avevo scelta, come tanti. Io voglio, pretendo giustizia per tutti questi anziani, per quello che hanno subito… nel silenzio più tombale".

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