GENOVA -Le spese relative alla tragedia di ponte Morandi e il patteggiamento dei 30 milioni pagati da Autostrade per l'Italia per uscire dal processo penale finiscono sotto la lente della Corte dei Conti.
I magistrati contabili vogliono sapere da quale bilancio è uscita quella cifra, di fatto un salvacondotto legale per la tragedia del 2018 per Aspi.
Gli inquirenti che indagano sul Morandi stanno valutando, come atto dovuto, le ingenti spese fatte dai due commissari straordinari: il presidente della Regione Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci, rispettivamente commissario per la gestione dell'emergenza e della demolizione e commissario per la ricostruzione.
Da ambienti vicini ai due commissari straordinari si fa notare che tutti gli investimenti legati al Morandi sono stati comunque a carico di Autostrade per l'Italia
È quanto trapelato dal bilancio del procuratore regionale della Corte dei Conti Antonio Giuseppone stilato in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
La sezione giurisdizionale ha emesso 39 sentenze di condanna per un ammontare di oltre due milioni.
Tra i casi più ricorrenti quelli dei professori universitari che hanno svolto altri lavori "camuffandoli" per consulenze scientifiche. Poi i dipendenti pubblici che facevano altri lavori, come un docente di una scuola che in estate faceva il bagnino.
Tanti i medici e altri sanitari che sbagliando un una terapia o un intervento hanno provocato gravi danni fisici ai pazienti ed ingenti danni patrimoniali allo stato.
I magistrati contabili si sono occupati anche della cattiva gestione dei fondi comunitari o regionali, con soggetti che hanno chiesto e ottenuto fondi per finalità ben precise ma li hanno usati per altro. Una delle nuove materie affrontate riguarda i ristori alle imprese in difficoltà per la pandemia.
La procura ha aperto due fascicoli nei confronti di imprenditori che hanno ricevuto i fondi usandoli in un caso per finanziare un'altra srl e nell'altra per fare aprire al figlio una attività.
La presidente della sezione giurisdizionale Emma Rosati ha detto invece che le norme che prevedono "limitazioni o esclusioni della responsabilità per colpa grave di pubblici dipendenti comporta inevitabilmente il rischio di una gestione seria, rigorosa e oculata di risorse pubbliche", a maggior ragione con l'arrivo dei fondi del Pnrr che apreno la possibilità ad infiltrazioni di tipo 'mafioso' nell'apprensione di risorse finanziarie pubbliche ".
Il riferimento è al cosiddetto decreto semplificazioni col quale la responsabilità amministrativa per danno erariale è limitata a casi di dolo con esclusione della colpa grave.
Una norma "che ha sollevato più di un interrogativo e perplessità" ha poi sottolineato Antonio Giuseppone, il procuratore regionale che dal primo marzo andrà a guidare la corte dei conti della Campania. "Allentare le maglie della responsabilità amministrativa per danno erariale - prosegue Giuseppone - potrebbe rappresentare un incentivo a un uso non consono delle risorse pubbliche del quale, peraltro, anche l'Unione Europea potrebbe chiamare il nostro Paese a rendere conto".