TAGGIA - Il solvente chimico ( 1,2,3 tricloropropano )rinvenuto nelle condotte idriche che servono il comune di Taggia e in parte quello di Sanremo hanno mandato in tilt i residenti, attoniti per quanto successo. Nonostante la velocità con cui si è mossa la macchina organizzativa (comuni coinvolti, provincia e Rivieracqua) la vicenda è al centro dell’attenzione di Regione Liguria al punto che nelle prossime ore è atteso, in Prefettura ad Imperia, l'assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone.
Dal contatto telefonico con vertici di Rivieracqua, la società che gestisce l’acquedotto - nello specifico l’ing. Valerio Chiarelli - si evince inequivocabilmente preoccupazione per quanto riguarda l’imminente futuro.
"È una situazione ereditata che, nonostante gli sforzi, è destinata a peggiorare se non piove e se in prospettiva non si interviene subito con opere idriche importanti. Eì il preludio di un'estate calda e a 'secco'. Negli anni, un'urbanizzazione con poche regole, ha consentito di installare attività e costruzioni senza rispetto dei requisiti minimi necessari a garantire la sicurezza delle fonti di approvvigionamento idrico".
"La carenza di investimenti sulle infrastrutture idriche (poco visibili dall'opinione pubblica ma prioritarie rispetto ad altre opere) ha portato ad avere impianti non adeguati, condotte vetuste con continue rotture e dispersione della risorsa. È il caso - prosegue - dell' inquinamento dei pozzi sull' Argentina che hanno fortemente compromesso la qualità dell'acqua erogata a Sanremo e Taggia".
"Al momento - conclude Chiarelli - non vi sono fonti alternative anche a causa della minor produzione degli altri acquedotti dovuta al periodo siccitoso. Occorre forse riportare l' attenzione alle giuste priorità essenziali per la vita dell'uomo".
I pozzi sotto la lente d'ingrandimento si trovano in mezzo a palazzi, campagne coltivate, industrie e strade.