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Cronaca

Ipotizzata la morte come conseguenza di altro reato
1 minuto e 9 secondi di lettura
di Redazione

Sono indagati anche per morte come conseguenza di altro reato i due agenti della centrale operativa di Genova e la dottoressa della Salute mentale iscritti nel fascicolo bis nato dopo l'omicidio di Alice Scagni. La donna era stata uccisa dal fratello Alberto lo scorso primo maggio sotto casa a Quinto. Il reato era stato già ipotizzato dai genitori dei due in un esposto che avevano depositato a settembre, tramite l'avvocato Fabio Anselmo. Per i genitori, dunque, non si trattò solo di omissioni ma di comportamenti gravissimi da cui derivò la morte di Alice. Secondo i familiari sarebbero stati sottovalutati gli allarmi e le richieste di aiuto: se fossero stati ascoltati e se si fosse intervenuti, Alice si sarebbe salvata. La procura aveva aperto un fascicolo per omissione d'atti d'ufficio e omissione di denuncia.

Scagni (difeso dagli avvocati Maurizio Mascia ed Elisa Brigandì) aveva ucciso la sorella, madre di un bimbo di un anno e 4 mesi, perché voleva più soldi dalla famiglia. Nella denuncia, i genitori ripercorrono l'escalation di violenza prima dell'omicidio: dai pugni contro la casa della nonna in piena notte fino al tentato incendio della porta dell'anziana e la telefonata di minacce fatta ai genitori sette ore prima dell'omicidio. Ieri la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Alberto: è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. L'udienza preliminare è prevista per il 4 aprile davanti al giudice Matteo Buffoni.