GENOVA - Chieste cinque condanne e una assoluzione nel processo sui presunti quadri falsi di Modigliani sequestrati nel 2017 dalla procura di Genova mentre erano esposti a Palazzo Ducale. In particolare il procuratore aggiunto Paolo D'Ovidio ha chiesto la condanna a sei anni per Rudy Chiappini, curatore della mostra, cinque anni per Joseph Guttmann, proprietario della maggior parte dei dipinti ritenuti finti.
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E poi otto mesi per Nicolò Sponsilli, direttore della società Skira che organizzò l'evento, e per Rosa Fasan, dipendente della società, sei mesi per Pietro Pedrazzini, scultore svizzero, proprietario di un "Ritratto di Chaim Soutine" che secondo gli investigatori piazzò come autentico pur sapendolo falso. Chiesta l'assoluzione per Massimo Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira.
Secondo gli investigatori, attraverso l'esposizione alla mostra si volevano far passare per autentiche delle opere false per rivenderle a prezzi stellari nel centenario della morte di Modì. Lo aveva confermato l'esperta nominata dalla Procura di Genova per la consulenza sulle 21 opere attribuite ad Amedeo Modigliani, esposte a Palazzo Ducale, nella mostra chiusa anzitempo il 14 luglio 2017 e poi sequestrate dagli inquirenti.
A sollevare i dubbi sui quadri era stato il critico d'arte ed esperto di Modigliani Carlo Pepi. Per i legali degli imputati, invece, le opere sono autentiche.