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Cronaca

Il pubblico ministero Arianna Ciavattini contesta l'omicidio volontario aggravato dall'odio razziale e dai futili motivi
1 minuto e 9 secondi di lettura
di Redazione

GENOVA - La procura di Genova ha chiesto il giudizio immediato per Evaristo Scalco, il maestro d'ascia varesino che la notte tra il 1 e il 2 novembre scorso ha ucciso con una freccia Javier Alfredo Miranda Romero, uscito a festeggiare con un amico la nascita del figlio.

Il pubblico ministero Arianna Ciavattini contesta l'omicidio volontario aggravato dall'odio razziale e dai futili motivi. Scalco, artigiano di 63 anni, era stato scarcerato e aveva ottenuto gli arresti domiciliari nelle scorse settimane. L'uomo aveva mandato una lettera di scuse alla moglie della vittima e versato 10 mila euro come primo risarcimento.

Quella tragica notte Romero era in giro per il centro storico con un amico per festeggiare. I due si erano messi sotto la finestra di Scalco. L'artigiano si era affacciato e li aveva mal apostrofati ("andate via negri di m...") perché a suo dire facevano baccano e avevano orinato contro il muro.

Scalco aveva una passione per gli archi, che costruiva, e andava ad allenarsi nei boschi del varesotto, la zona dove viveva, cacciando con l'arco i cinghiali e usando frecce letali uguali a quella che ha scelto, fra diverse decine, per colpire a morte Romero, 'colpevole' di avergli mostrato il dito medio in risposta alla minaccia dell'arco. Scalco era sceso in strada e aveva provato a estrarre il dardo. Inutili i soccorsi: la vittima era arrivata in condizioni disperate in ospedale dove era poi morto.

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