Vai all'articolo sul sito completo

Cronaca

Il rogo sarebbe partito da alcuni cartoni lasciati fuori nel retro di un supermercato ma emergono anomalie rispetto al modo di agire degli anarchici
1 minuto e 31 secondi di lettura
di Andrea Popolano

GENOVA - C'è anche la pista anarchica tra le possibile cause di un incendio che nel pomeriggio di Pasqua ha distrutto tre auto delle Poste in via Blelè a Genova San Fruttuoso. Ancora da chiarire l'esatta dinamica. Per cause ancora in fase di accertamento dei cartoni accatastati nel retro di un supermercato sono andati a fuoco, le fiamme si sono rapidamente propagate fino a coinvolgere le tre auto delle Poste parcheggiate appena accanto. Il tutto è accaduto intorno alle 14. 

Sul posto immediato l'intervento dei vigili del fuoco che hanno provveduto a spegnere l'incendio ed evitare che il fuoco interessasse altri mezzi. Presenti anche gli agenti della polizia, la Digos e la polizia locale di Genova. Nessuno è rimasto ferito o intossicato e non è stato necessario allontanare i residenti delle abitazioni vicine. Danni ingenti ai tre mezzi coinvolti. Accanto si trovano infatti altre auto e scooter in uso alle Poste che sono stati solo lambiti dal fuoco così come il supermercato. Le telecamere di sorveglianza presenti nella zona saranno utili per ricostruire l'accaduto.

Tra le ipotesi c'è dunque anche quella di un attentato di matrice anarchica. Emergono però delle anomalie rispetto al consueto modus operandi degli anarchici. La prima è l'orario in pieno giorno quando solitamente questo genere di attentati avviene nella notte. Il secondo aspetto che lascia qualche dubbio agli inquirenti è che si sia trattato di un incendio indiretto. Non sono state infatti bruciate direttamente le auto delle Poste ma i cartoni del supermercato vicino.

Nelle scorse settimane gli anarchici hanno incendiato tre auto di Iren in pieno centro a Genova e rivendicato l'attacco sui siti di area. A metà marzo a Roma erano andate a fuoco diverse auto delle Poste, in solidarietà ad Alfredo Cospito, in sciopero della fame per oltre cinque mesi contro il 41 bis a cui è sottoposto.