GENOVA - Quasi duemila persone nonostante la leggera pioggerellina sono sfilate nelle vie del centro di Genova per il tradizionale corteo internazionalista del Primo Maggio di Lotta Comunista: quest'anno fra i temi al di là del lavoro, sempre la tematica principale, anche il no alle guerre e all'accoglienza dei migranti. Dal palco più volte si è levato il grido di "benvenuti" agli extracomunitari che fuggono da guerre e miseria e arrivano rischiando la vita in Italia e in Europa. Molti gli stranieri fra i manifestanti.
Bandiere rosse e spilla dello stesso colore, i manifestanti sono partiti da piazza Caricamento per poi risalire per via San Lorenzo e arrivare davanti al palco installato in piazza De Ferrari.
Sul palco ha parlato un migrante senegalese che ha ricordato e detto basta alle tante guerre che insanguinano l'Africa, fra cui quella del Sudan. Parola anche a un lavoratore russo che ha detto di essere fuggito dal proprio Paese per non essere complice di una guerra che non appartiene al popolo ma decisa dai politici. Per tutti grandi applausi.
Il discorso più lungo dal militante di Lotta Comunista Federico Del Marro che ha dato il benvenuto ai tanti migranti presenti alla manifestazione e gridato no alla xenofobia, invitando a non dimenticare le migliaia di morti che ogni anno insanguinano ogni parte della terra per guerre decise sulle teste dai lavoratori, cenno anche alla guerra del Sudan alimentata da interessi economici e di strategie politico militari. E poi la vergogna delle migliaia di persone che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l'Europa "e chi non muore rimane prigioniero nei lager del nord africa pagati dalla comunità europea".
Del Marro ha ribadito che la storia insegna che le migrazioni non si fermano, "né con il filo spinato né con i muri alzati anche in Europa", denunciando come il capitalismo e l'imperialismo pretendono di regolare i flussi delle persone a cui aprire le porte solo per interessi, per mancanza di manodopera. Parole dure anche contro l'abolizione della protezione speciali decisa dal governo Meloni, con un'opposizione in Parlamento complice di decisioni vergognose, questo nonostante l'Europa e l'Italia registrano cali demografici che possono essere colmati solo con l'arrivo di migranti, intesi come nuovi cittadini e non come lavoratori da sfruttare. Per questo "c'è bisogno ora e più che mai di unire i proletari di tutto il mondo" ha concluso Del Marro.
Sul palco anche Giulio Troccoli, storico delegato sindacale della Fincantieri, poi intercettato da Primocanale: "Siamo in tanti anche per la guerra in Europa, la classe operaia e i lavoratori sono molto sensibili a questi argomenti, contro Putin e contro Zelenskij e contro la borghesia sanguinaria come quella ucraina e russa che stanno facendo massacrare operai e lavoratori per interessi che non sono i loro".
No forte anche al razzismo, "sì un no fortissimo - spiega Troccoli -e ci sono tanti migranti a questo corteo, anche lavoratori della Fincantieri, perchè siamo internazionalisti e contro il razzismo per principio, anzi grande accoglienza, che vengano perchè lavoro ce n'è, anzi servono molte braccia per lavorare". Anche se il cuore della Festa del Primo Maggio rimane il lavoro: "E' da più di cento anni che questa giornata di lotta viene ricordata, dai martiri di Chicago, negli Stati Uniti d'America, è la storia del movimento operaio ed è per questo che per noi e per i lavoratori di tutto il mondo è una grande giornata di lotta".