GENOVA - Questa data rimarrà per sempre nella storia di Genova: alle 23.05 di dieci anni fa, il 7 maggio 2013, mentre effettuava la manovra di uscita dal porto con destinazione Napoli accompagnata da due rimorchiatori, il Genua e lo Spagna, la moto nave Jolly Nero che procedeva con la poppa avanti in attesa di ruotare nel bacino di evoluzione e uscire di prua, si scontrò violentemente con la Torre piloti, in quel momento occupata da tredici persone. La struttura, costruita nel 1996 e alta 54 metri, crollò. Nonostante la tempestività dei soccorsi con l'intervento dei Vigili del fuoco, del personale del 118, della Guardia costiera e della Guardia di Finanza, le ricerche dei superstiti ebbero conseguenze drammatiche: soltanto quattro operatori furono trovati in vita perché erano riusciti a gettarsi in mare prima del crollo.
Si proseguì incessantemente anche nei giorni successivi fino al ritrovamento di nove salme: quelle di Sergio Basso, operatore radio dei rimorchiatori, di Vernazza; Maurizio Potenza, operatore radio dei piloti, di Genova; Michele Robazza, pilota di Pistoia; Francesco Cetrola, maresciallo di Santa Marina; Marco De Candussio, capo di prima classe di Fornaci di Barga; Davide Morella, sottocapo di prima classe di Biella; Giuseppe Tusa, sottocapo di seconda classe di Milazzo; Daniele Fratantonio, sottocapo di terza classe di Rapallo e Giovanni Iacoviello, sergente, di Carrara. I funerali di Stato, il 15 maggio nella cattedrale di San Lorenzo, vennero celebrati dall'allora arcivescovo Angelo Bagnasco alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e delle più alte cariche dello stato.
Dall'archivio storico di Primocanale, 2013: il crollo della Torre Piloti - GUARDA QUI
Una perizia effettuata un paio di mesi dopo accertò che la nave, che aveva alcuni strumenti non funzionanti, stava procedendo a velocità eccessiva. Ad essere indagati furono il comandante Roberto Paoloni, il pilota Antonio Anfossi, il primo ufficiale Lorenzo Repetto e il direttore di macchina Franco Giammoro. Il 17 maggio 2017 il tribunale di Genova condannò, più o meno dimezzando le richieste dell’accusa, a 10 anni e 4 mesi per omicidio colposo plurimo Paoloni, ad otto anni e sei mesi Repetto, a sette Giammoro e a 4 Anfossi. Nel gennaio del 2019 la Corte d’appello ha ridotto la condanna di Paoloni (9 anni e 11 mesi) confermando quelle a Repetto e Giammoro. Anfossi venne assolto.
A seguito di varie denunce della famiglia di una delle vittime, la procura aprì un altro filone di inchiesta a carico dei progettisti e collaudatori della torre e nei confronti di Capitaneria di porto e Autorità portuale. In primo grado l'ammiraglio Felicio Angrisano, ex comandante della Capitaneria di Porto di Genova, fu condannato a tre anni insieme ad altre sei persone tra ex progettisti, datori di lavoro e dirigenti che approvarono il progetto. Tutti poi assolti in appello.
Nell'archivio storico di Primocanale tutti i servizi relativi a questa tragedia - GUARDA QUI
“A 10 anni dal crollo della Torre Piloti, la Liguria non dimentica le 9 vite spezzate e una tragedia che ha segnato in modo indelebile la nostra città. Anche stasera, come ogni anno, le sirene del nostro porto suoneranno all’unisono e una via verrà intitolata alle vittime”. Così il presidente della Regione Liguria a 10 anni dal crollo della Torre Piloti a Molo Giano.
"Dieci anni fa si consumava la tragedia della Torre Piloti a Genova. È il giorno del ricordo per gli uomini e le donne del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera. Il ricordo di una ferita aperta nel loro cuore. Il ricordo di chi, al pari del Corpo dei Piloti di Genova, anch’esso duramente colpito, ha sacrificato la vita nell’adempimento del servizio. Una via sarà intitolata alle 9 vittime, per non dimenticare mai", ricorda sui suoi profili social il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi.
"Ricordiamo oggi le nove vittime del crollo della Torre Piloti del Molo Giano. Un evento tragico per la nostra città e la nostra regione, che a dieci anni di distanza è ancora una ferita aperta e che merita il giusto ricordo, così come richiama l'impegno per la ricerca della verità, per rispetto del dolore delle famiglie delle vittime a cui va tutta la mia vicinanza - ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio Regionale Armando Sanna -. Nel momento in cui il porto di Genova guarda con determinazione al suo futuro non possiamo dimenticare, come comunità genovese e ligure, chi lavorando nel porto ha perso la vita".