GENOVA - "Abbiamo fiducia nella giustizia, ma siamo attenti e diciamo che è assurdo che si sospenda un'udienza e un processo così importante per un avvocato malato come è accaduto nei giorni scorsi".
E' la denuncia a Primocanale di Egle Possetti, portavoce dei familiari delle 43 vittime del Morandi dopo l'ultima udienza del processo ai 58 imputati alla sbarra per la strage del 14 agosto 2018.
"È un problema legato alle norme non alla persona che si è ammalata, noi pensiamo che a fronte di una persone che si ammala sia necessario che il processo possa andare avanti lo stesso, questa è la priorità, se manca una persona ci deve essere una persona che possa sostituirla in modo da non bloccare l'udienza".
Il riferimento a quanto accaduto in un'udienza all'inizio del maggio quando un avvocato dopo avere comunicato di essere risultato positivo al covid ha chiesto e ottenuto che l'udienza venisse rinviata perché lui aveva necessità di interrogare il teste programmato per quel giorno.
Richiesta che il giudice Lepri non aveva potuto fare altro che accogliere, anche se in aula fra le parti civili e pm era serpeggiato un po' di malumore perché nonostante molti legali fossero stati costretti in precedenza ad assentarsi per motivi di salute, spesso proprio perché positivi al covid, nessuno aveva mai chiesto di rinviare l'udienza.
A spaventare i familiari delle vittime è il rischio prescrizione di alcuni reati. Un allarme reale, lanciato in aula un mese fa dal pubblico ministero Walter Cotugno che aveva avvertito che mancano circa 500 testi da sentire e che tutti i 58 imputati hanno chiesto di parlare: con una prima sommaria contabilità il pm segnalò che si rischia di finire le audizioni a dicembre 2025 a poche settimane dalle prime prescrizioni per gli omicidi colposi.