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Cronaca

1 minuto e 17 secondi di lettura
di redazione

VENTIMIGLIA - "Meloni, Macron, murders", "Vittime di frontiere e Cpr, sappiamo chi è stato, non dimentichiamo" e "Resistenza ogni giorno contro fascismo, razzismo, nazionalismo. Liberazione ora". Sono gli slogan mostrati a Ventimiglia, in occasione di un corteo organizzato da un centinaio di no border (soprattutto dei collettivi Talpa e orologio, Progetto20k e Roya Citoyennes), che si sono incontrati davanti alla stazione ferroviaria, per ricordare la figura di Mamadou Moussa Balde, il richiedente asilo di 22 anni, originario della Guinea, picchiato da tre italiani il 9 maggio del 2021 in via Ruffini, a Ventimiglia, dopo il tentato furto di un cellulare, che si tolse la vita il 23 maggio seguente nel Cpr di Torino.

I manifestanti si sono fermati successivamente in largo Torino, bloccando il traffico, accolti dal clacson degli automobilisti in coda. Prima di partire con il corteo hanno letto una lettera scritta dal fratello di Moussa, in occasione della giornata. "Vi devo confessare - si legge - che quando abbiamo saputo della morte del mio giovane fratello, tutta la famiglia era sotto shock. Non è stato facile, per noi, dire a nostra madre che suo figlio era morto. Il nostro defunto fratello, era la nostra speranza. Aveva lasciato la famiglia per venire in Italia, rischiando la vita per attraversare il Mediterraneo, per sottrarre la sua famiglia alla povertà". Ora i familiari chiedono giustizia: "Chiediamo allo Stato italiano di aiutarci, affinché il nostro diritto di familiari sia ristabilito e anche per i modi in cui è stato trattato in carcere, perché noi non crediamo alla versione, secondo cui mio fratello si è suicidato".

(foto d'archivio)