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Cronaca

Toni Vico dell'Animal Park nel cuneese: "Quei genoani prima mi hanno ingannato sull'utilizzo, poi invece di pagare gli 800 euro pattuiti sono spariti nel nulla. denunciarli? No, li sputtano sui social"
3 minuti e 1 secondo di lettura
di Michele Varì

GENOVA -"Dare moneta vedere cammello", la famosa frase avrebbe dovuto indurre maggiore prudenza al proprietario del dromedario utilizzato dai tifosi del Genoa e quantomeno chiedere una caparra ai tifosi che oltre ad essere genoani sono genovesi.

Così quella che sino a ieri era una geniale goliardata perfetta per i social capace di far sorridere tanti e infuriare un po' di doriani e l'intera galassia animalista, potrebbe diventare un caso con strascichi giudiziari. 

A fare divampare il caso del dromedario arruolato da alcuni tifosi rossoblu per la festa della promozione in A con annesso retrocessione e funerale alla Samp, che doveva essere salvata da uno sceicco arabo (ecco perché il dromedario) è L'allevatore proprietario del dromedario, Toni Vico, titolare di Animal Park nelle campagne di Cuneo. Lui sabato ha preso il telefono e ha voluto raccontare la sua versione dei fatti a Primocanale.

Sostiene Vico che i tifosi del club del Genoa "con un nome difficile" e con sede davanti al casello autostradale di Genova Est, firmato un contratto per il noleggio del dromedario, dopo la comparsata dell'animale nel dopo partita di Genoa Bari, fra petardi e fuochi d'artificio, sono spariti nel nulla senza versare gli ottocento euro pattuiti e rendendosi irreperibili anche il giorno dopo al telefono.

"Quando sono riuscito a parlare con il giovane che aveva firmato il contratto, un certo Davide, chiamato con il numero di mia moglie perchè il mio era stato bloccato, mi ha detto che non avrebbe pagato perchè invece di tre dromedari gliene avevo inviato uno e senza comparse vestite da sceicco. Ma io lo avevo capito che c'era qualcosa di strano dietro la loro richiesta, perché mi aveva detto di una semplice apparizione senza confusione e invece non era così. Perchè gli ho mandato uno e non tre dromedari? Perchè i mie collaboratori non volevano andare a Genova per paura di confusione, volevo rinunciare ma siccome avevo firmato un contratto gli ho inviato un ragazzo alle prime armi con un solo dromedario...".

Una storia degna di un film di Totò che, comunque la si giri, appare strana: l'imprenditore di Cuneo quando si rende conto che l'animale potrebbe essere usato in contesto non soft come promesso dagli ultrà ma rischioso, ossia una festa di tifosi con petardi e fumogeni, invece di rinunciare o inviargli il collaboratore più esperto a condurre il dromedario invia un ragazzino inesperto... E poi quale imprenditore ti porta un dromedario a centinaia di km di distanza senza prendere una caparra? "Io mi sono fidato - dice l'allevatore - i soldi doveva farseli consegnare il ragazzo, che invece alla fine dell'esibizione" ha visto scappare i tifosi che dovevano pagare".

"I tifosi dopo l'esibizione del dromedario nella festa invece di pagare sono scappati lasciando il ragazzo solo con l'animale" ribadisce Vico, che aggiunge: "Il giorno dopo prima che potesse bloccarmi ho richiamato il tifoso che aveva firmato il pre contratto e l'ho avvertito, voi non pagate? Allora io racconto tutto e vi sputtano con i tifosi doriani".

Noi abbiamo provato a contattare un esponente del club del Genoa dal nome strano, soprattutto per un piemontese, a cui fa riferimento l'allevatore, ma ci ha detto che lui, che non si chiama Davide, non sa nulla del dromedario noleggiato. Normale.
Vico a questo punto ricorda che il famoso Davide potrebbe avere agito per conto proprio, "mi aveva detto che pagando il dromedario si faceva un regalo". L'allevatore però non vuole sporgere denuncia contro Davide: "Sarebbe solo una perdita di tempo...".
Una rinuncia che però lascia qualche punto interrogativo in più sul dromedario concesso senza neppure un euro di caparra nonostante tutti conoscano il detto "dare  moneta vedere cammello o dromedario".

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