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Cronaca

Tre artigiani su un furgone feriti dalla violenta frustata della guaina che ha ceduto all'improvviso dalla volta. Traffico nel caos
3 minuti e 3 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA - Ancora un crollo in galleria e il nodo autostradale di Genova nel caos: a distanza di quattro anni e mezzo dal cedimento della volta della galleria Bertè sulla A26 altro cedimento in un tunnel e altri feriti. E' successo nella galleria Monte Sperone, in A12, tra Genova Est e Genova Ovest, in direzione di Sampierdarena, dove improvvisamente questa sera alle 18 sono crollati cinquanta metri di cavi elettrici degli impianti e alcuni fari dell'illuminazione che hanno ferito tre artigiani a bordo di un furgone.

I fili si sono staccati dalla volta del tunnel e hanno colpito con violenza infrangendolo il parabrezza del veicolo su cui viaggiavano tre lavoratori genovesi che stavano tornando a casa dopo una giornata di lavoro: hanno riportato tutti ferite non gravi e sono stati trasferiti in codice giallo in ospedale. Danneggiati dal pesante cavo anche altri tre veicoli: due auto e un pullman, scioccati ma illesi gli occupanti di questi veicoli.

La prima notizia parlava di un danneggiamenti al tunnel causato da un tir o un bus che aveva urtato i bordi della galleria. Ma i successivi accertamenti avviati dalla polizia stradale di Sampierdarena hanno escluso questa eventualità. Si sarebbe invece trattato di un un più grave cedimento strutturale dei tasselli che fissano alla volta i cavi elettrici: le guaine sono crollate all'improvviso sui veicoli in transito, primo fra tutti il furgone con i tre lavoratori.

La dinamica è stata confermata dai feriti e da altri automobilisti ascoltati dagli investigatori della sezione giudiziaria della sottosezione della Stradale di Sampierdarena che per questo ha subito posto sotto sequestro il tunnel, chiuso al traffico anche se in un primo momento era stato lasciato aperto in una sola delle due corsie verso Genova Ovest.

La polizia stradale dopo avere avvertito del cedimento il magistrato di turno ha infatti posto sotto sequestro il tunnel, che dunque è chiuso al transito e all'ingresso di chiunque e lo rimarrà almeno sino a domani mattina, un passo dovuto in attesa della perizia di un tecnico nominato dal magistrato che dovrà stabilire se è in sicurezza e poi eventualmente le cause del distacco.

Per fare questo è stata avviata un' indagine ipotizzando i reati di lesioni colpose per i tre artigiani feriti e il crollo del cavo, un'inchiesta per ora a carico di ignoti.

Primo punto da chiarire sarà quello di accertare chi ha effettuato l'ultima verifica delle volte del tunnel e poi arrivare anche ai tecnici che hanno installato i cavi crollati sulla carreggiata.

Un crollo che arriva come una maledizione nel pieno del processo ai 58 imputati per la tragedia di Ponte Morandi che il 14 agosto 2018 ha provocato la morte di 43 persone. Da quell'indagine che ha segnato Genova e l'Italia sono state avviate altre inchieste connesse fra cui una sul degrado delle gallerie del nodo, aperta in seguito al cedimento della Berté sulla A26,  avvenuto il 30 dicembre 2019, per caso poche ore dopo la visita a Genova del nuovo consigliere di amministrazione di Autostrade per l'Italia Roberto Tomasi, che aveva incontrato il presidente della regione Liguria Toti per rassicurarlo sulla programmazione e le scadenze dei cantieri aperti dopo la strage del Morandi. Cantieri che hanno e stanno provocando gravi danni all'economia della Liguria.

Anche il crollo di questa sera, altra terribile analogia, si è verificato pochi giorni dopo l'arrivo di Tomasi a Genova: l'Ad di Aspi infatti lunedì scorso è stato sentito in qualità di teste dell'accusa nel tribunale di Genova per il processo della tragedia del Morandi. Ai giudici nel rispondere alle domande ha anche raccontato il nuovo corso di Autostrade per l'Italia, avviato dall'estromissione dai controlli di Spea, la società che avrebbe dovuto monitorare lo stato delle strutture e invece era di fatto una società satellite della stessa Aspi.

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