GENOVA - Un contro soffitto è crollato lo scorso 2 novembre all’interno della casa circondariale di Genova Marassi e da più di 15 giorni sono state interrotte tutte le attività della cooperativa sociale Italforno. Per il sindacato della polizia penitenziaria si è trattato di una ‘strage sfiorata’, in quanto nei locali al momento del crollo non si trovavano persone sul posto.
"Come cooperativa noi da 15 anni oramai produciamo pane, focaccia e pizza per la nostra distribuzione. In questa attività sono coinvolte più di 13 persone, tra cui quattro detenuti", spiega Pietro Civello, presidente della cooperativa sociale Italforno. "Ora il tetto è pericolante e locale sono sostanzialmente inagibili, anche perché non possiamo proseguire l'attività finché non verranno fatti i lavori. Questo significa mancati incassi e mancata possibilità di lavorare anche per le 9 persone esterne tra autisti, panettiere, due impiegate".
"Una situazione disastrosa"
L’attività al momento è ferma e le tempistiche per la ripartenza non sono ancora state definite. I dipendenti hanno richiesto la cassa integrazione, ma i disagi più gravi li subiranno i detenuti, al momento non più occupati, e le aziende che ogni giorno ricevevano tra i 400 e i 600 kg di pane al giorno. Già nelle settimane precedenti, però, c’erano state delle avvisaglie. Dei pezzi di intonaco si erano iniziati a distaccare, ma la direttrice non aveva dato l’okay all’intervento della Mof, l’unità destinata alla manutenzione dei fabbricati.
"Tutte le comunicazioni sono state fatte via mail, il 28 ottobre scorso il capo Dap Petralia aveva visitato il panificio. A seguito della caduta di alcuni grossi calcinacci, di cui si era accorto un detenuto, avevamo fatto richiesta alla direttrice De Gennaro per un intervento ma la sua risposta era stata negativa, asserendo senza visionare i locali – cosa molto grave – che si trattasse di manutenzioni a nostro carico per cui avremmo dovuto chiamare una ditta esterna”.
Ma il solaio appartiene al carcere e i tempi per far accedere gli esterni tra autorizzazioni e permessi sono più lunghi rispetto ad altri luoghi di lavoro. Così, pochi giorni dopo, è avvenuto il crollo.
"Il crollo dei solai del panificio di Marassi, purtroppo, è la foto più veritiera dello stato in cui versa il sistema penitenziario italiano"
"L’ennesimo, disperato, invito destinato al politico e alla politica ad attenzionare il sistema carcere e ai problemi che seppelliscono le donne e gli uomini che ci vivono e ci lavorano, perché il lavoro, quello sicuro o meglio in sicurezza oltre a dover essere una priorità a garanzia di tutti è sicuramente un invito al reinserimento per la popolazione detenuta", questo il commento di Fabio Pagani, segretario Regionale della Uil polizia penitenziaria. Oltre a questo, la cooperativa adesso resta in attesa di risposte da parte della direzione, col rischio di mandare in crisi un’attività che all’interno del carcere perdura da 15 anni.