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Cronaca

In aula il manager di Atlantia Testa. Agli inquirenti riferì che Berti, numero 2 di Aspi, aveva detto a un collega a di non preoccuparsi del Polcevera perchè controllato e sottoposto a lavori. Si parlerà dello slittamento dei lavori dal 2018 e di polizze
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di Michele Varì

GENOVA -Al processo Morandi arriva il giorno di una manager di Atlantia, la holding della famiglia Benetton. Si tratta di Concetta Testa, direttrice dell’Internal audit dal 2015 e membro dell’organismo di vigilanza di Atlantia e Aspi.

La donna, ingegnere, dal 2015 diresse l'ufficio di economia, verifica della correttezza dei dati di bilancio e delle procedure delle aziende della holding, ossia l'audit che dipende da CDA e riferisce a Comitato controllo rischi di Atlantia
A lei dopo il crollo venne chiesta relazione sulle attività svolte da Aspi sul Polcevera dal 2008 al 2018.

Ma ancora più importante appare il fatto che solo pochi giorni prima del crollo, durante riunione comitato rischi del giugno 2018, aveva redatto e consegnato al direttore Mari - su richiesta di Castellucci - una relazione dei rapporti fra Pavimental, Spea e altre società della holding con interviste a tre imputati eccellenti, Berti, Donferri e Galatá.

La manager disse di essere rimasta colpita tenore del contrasto e tensioni delle email fra Berti (dirigente Aspi) e Galatá (numero uno della controllare Aspi) di cui Berti non aveva riferito niente. Il direttore delle manutenzioni, Donferri Mitelli, altro imputato eccellente, invece alle domande di Testa era stato molto evasivo.

Castellucci era stato informato di tutto, come sempre, e aveva detto che si sarebbe approfondito tutto dopo le ferie, ma poi avvenne la tragedia e si annullò tutto.


Testa agli inquirenti dopo il crollo disse che si sapeva che il Polcevera per le sue peculiarità era sottoposto a controlli non solo di Spea ma anche con monitoraggio, prove riflettometriche e controlli di società esterne, prove quelle con inpulsi elettrici, aggiungiamo noi, però definiti non attendibili tanto che in tutto il mondo le usano quasi solo Aspi, se poi le società esterne sono Spea e quelle che avrebbero dovuto controllare i sensori (fuori uso dal 2016 e non verificabili dal 2014 per assenza di contratto), allora è facile capire quanto fossero insufficienti e velleitarie le verifiche sulla sicurezza del viadotto Polcevera.
 
Testa, inoltre, agli inquirenti disse che nessuno aveva detto che Polcevera avesse rischio diversi da altri viadotti. Non solo Testa riferì ai finanzieri che lo ascoltarono dopo la tragedia che Berti, un superiore di Donferri, responsabile di tutte le direzioni, alla sua collega Eliana Valente aveva detto di "lasciar perdere il Polcevera che era super attenzionato e che era sottoposto a lavori". Quando gli inquirenti chiesero alla manager Atlantia come mai non avesse approfondito i problemi del Morando lei rispose che tutti sapevano che se ne stava occupando Donferri di Aspi "nato e cresciuto sul Morandi, non toccava a noi approfondire".

Importante sarà anche la testimonianza di Antonio Sanna, capo ufficio legale Acea Aeroporti di Roma nel 2015 distaccato compiti di segreteria nel Cda di Aspi con compiti sino al 2027  di identificazione dei rischi delle opere. Lui era il superiore di Corcos e Salvi, due testi in aula la scorsa settimana e dal novembre 2017  lavorò in Aeroporti di Roma. Sanna definì i rapporti con Castellucci sporadici e non confidenziali.

Alla domanda se era a conoscenza del catalogo dei rischi 2016 e che il Polcevera era unica opera nominata Sanna rispose che sapeva dei rischi ma erano stati definiti "bassi" dai responsabili, prima Bergamo poi Donferri Mitelli, ogni rischio presente nel catalogo - aggiunse - veniva supervisionato da Castellucci a cui toccava l'ultima parola.
Un parte importante è che quella che nel catalogo rischi oltre al cambiamento della denominazione da "rischio crollo" a "perdita di funzionalità del viadotto" si prese una decisione importante per mitigare i rischi: posticipare lavori sugli stralli del ponte dal 2018 al 2019. Alla riunione in cui venne presa questa decisione c'erano Donferri, Berti e Corcos e Sanna, quest'ultimo però non ha ricordato quell'incontro, sottolineando invece l'aggressività verbale di Donferri e Berti nei confronti della Corcos.


Oltre all'ingegnere Testa e a Sanna oggi in aula ci saranno altri esperti di assicurazioni che come nell'ultima udienza di mercoledì scorso torneranno a parlare della polizia del Morandi e sulle ragioni dell’inserimento del viadotto nell’elenco delle opere nominate e sugli effetti, ai fini assicurativi, di tale inserimento che in caso di sinistro prevedeva un risarcimento schizzato nel 2016 da 100 milioni a 300 milioni parleranno Marie Sabine Lusardi e Andrea Cupido di Swiss Re, Debora Cavatorta, esperta in assicurazioni di ASPI, e Marie Lusardi, francese, dell'ufficio legale Swiss Re.
 

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