GENOVA - Inizia questa mattina la prima udienza del processo per l'omicidio di Alice Scagni, giovane mamma accoltellata dal fratello Alberto il 1 maggio del 2022.
Alberto Scagni, di 42 anni, accoltellò più di 20 volte la sorella proprio sotto a casa sua nel quartiere di Quinto, mentre portava il cane.
Dopo l'omicidio era stato aperto un secondo fascicolo sulle presunte omissioni e sottovalutazioni degli allarmi lanciati dai familiari. Sette ore prima dell'omicidio, i genitori, avevano ricevuto una telefonata delirante del figlio che chiedeva soldi. "Fra 5 minuti io controllo il conto, se non c'ho i soldi stasera Gianluca (Calzona, marito di Alice, ndr) e tua figlia sai dove c... sono, lo sai dove c... sono?". Per questo filone di indagini sono stati indagati due agenti e una dottoressa.
Antonella Zarri, mamma di Alberto e Alice Scagni, aveva telefonato 63 volte al centro di salute mentale di Asl3, fatto che testimonierebbe la consapevolezza della gravità della situazione da parte della famiglia, che si era recata anche nella sede del centro: "siamo andati in Salute mentale il 22 aprile (2022 ndr) per chiedere un intervento - aveva raccontato ai microfoni di Primocanale Antonella Zarri -. Alberto non era disponibile a farsi curare, ma noi avevano fatto segnalazione il 19 o 20 marzo ed eravamo già stati con mia figlia con uno psicologo in questo tentativo di salvare Alberto, di salvare suo fratello, e invece ne è rimasta vittima lei e non si sono salvati nessuno dei due".
Le segnalazioni dei genitori erano aumentate dopo il tentativo da parte di Alberto Scagni di dare fuoco alla porta di casa di sua nonna: il movente del gesto sarebbe sempre economico, dal momento che nella stessa sera si era presentato a casa dei genitori per chiedere soldi.