Ignorati. E' il motivo che ha mosso - seguiti dall'avvocato Maria Gioffrè - alcuni parenti delle vittime di violenze perpetrate da numerosi dipendenti della struttura Rsa "Le Palme" di Arma di Taggia (per cui la guardia di finanza, nel febbraio 2023, aveva disposto per alcuni l’arresto per altri l’interdizione del servizio sia in ambito pubblico che privato) a rendere pubblici il loro disagio e la loro rabbia.
Tra questi, la figlia di una donna 90enne, disabile, assistita - sempre a detta della figlia - in maniera inadeguata e superficiale.
" Nulla è cambiato - ha dichiarato Lorella Gastaudo - anzi. In alcuni casi i comportamenti sono anche peggiorati. Anziani lasciati soli, non lavati, non cambiati. Stiamo parlando di persone fragili, incapaci di difendersi. Una vergogna. Ho deciso di parlare pubblicamente affinchè tutti sappiano quello che succede all'interno di quella struttura oggetto lo scorso mese di febbraio di una delicata indagine che ha rilevato violenze e maltrattamenti ai danni degli ospiti da parte di alcuni dipendenti. Finalmente, a breve , mia mamma verrà trasferita in un'altra struttura e spero di porre fine alle sue sofferenze ma penso a chi, là dentro ci rimane e rimarrà ancora. Anziani soli che non hanno alternative, anziani che non possono parlare, non possono difendersi. Ebbene parliamo noi per loro. Solo due settimane fa, un'infermiera in servizio a "Le Palme" mi aveva chiamato dicendomi che mia madre era in coma, arrivata sul posto, ho visto che le hanno fatto una flebo di fisiologica e mamma si è ripresa. Mia madre era disidratata, non era in coma... chissà da quanto tempo non le davano da bere. Ovviamente ho denunciato anche questo episodio alle autorità competenti".
Le famiglie delle vittime chiedono a gran voce non si tolga la lente di ingrandimento sulla struttura, sul personale e sulla dirigenza.
“ I maltrattamenti- ha ribadito l’avvocato Maria Gioffre’ - proseguono, più o meno gravi sotto l’aspetto giuridico ma gravissimi sotto l’aspetto umano. Sono pronti i documenti da inviare a Regione Liguria e Alisa, l’azienda sanitaria territoriale, per capire anche su quali parametri viene scelto il personale. Lo sfogo pubblico dei miei assistiti nasce dalla totale mancanza di dialogo e collaborazione con i vertici della struttura".