GENOVA - E' stato condannato a un anno e sei mesi Alessio Saso, ex consigliere regionale del Pdl, accusato di promesse elettorali con l'aggravante mafiosa. Il pubblico ministero Marco Zocco aveva chiesto la condanna a due anni. Per quella stessa accusa, nel 2020, l'ex consigliere comunale di Genova Aldo Praticò (anche lui Pdl), difeso dall'avvocato Giuseppe Maria Gallo, ha patteggiato una pena di 18 mesi.
I due politici erano stati indagati nell'ambito dell'inchiesta Maglio 3, che nel 2020 ha visto la conferma delle condanne per nove boss della 'ndrangheta. Le loro posizioni erano state stralciate e le indagini erano rimaste ferme. Secondo l'accusa (in un primo momento portata avanti dal pm Alberto Lari, oggi procuratore a Imperia, e ora dal collega Zocco) i due avrebbero incontrato esponenti della comunità calabrese di Imperia durante la campagna elettorale. Tra questi, secondo l'accusa, ci sarebbero stati anche Domenico Gangemi (condannato per mafia in Calabria) e Giuseppe Marcianò, deceduto, condannato nei processo 'La Svolta' sulle infiltrazioni mafiose.
Saso, difeso dall'avvocato Sabrina Franzone, ha sempre dichiarato di non sapere dei possibili legami dei due con i clan. "Sono molto addolorato - ha detto l'ex consigliere - perché né le volontà né tantomeno le azioni che mi sono state attribuite mi sono mai appartenute. Cercavo voti come tutti i candidati alle elezioni, incontrai una persona a Genova che all'epoca nessuno in Liguria sapeva fosse legato alla criminalità. Nel tempo chiesi informazioni a un amico delle forze dell'ordine e appena mi disse che era un soggetto con un passato inquietante evitai qualsiasi altro contatto. Ho dovuto iniziare questo processo a distanza di oltre 13 anni da quelle elezioni, con enormi difficoltà a ricordarne i dettagli e, per di più "da solo", perché inspiegabilmente nessuno di quelli a cui avrei fatto le promesse elettorali è stato neppure indagato. Faremo ricorso in appello, resto fiducioso e convinto di poter fare emergere la verità".