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Cronaca

Nell'ordinanza le prove ritenute schiaccianti: sangue, auto, confessioni, richieste.
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di Alessandra Boero
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IMPERIA - Nell'ordinanza firmata dal gip Massimiliano Botti gli inquirenti ricostruiscono i passaggi chiave soffermandosi su quelle che valutano prove schiaccianti a carico di Salvatore Aldobrandi, il 73enne, residente a Sanremo, accusato di aver ucciso e occultato il corpo di Sargonia Dankha, 21enne irachena, alla quale era legato da una relazione sentimentale burrascosa.

I fatti, accaduti in Svezia,  risalgono al 13 novembre del 1995. Aldobrandi, all'epoca l'unico indiziato per la scomparsa della giovane, fu arrestato e condotto in carcere dal quale venne rilasciato poco dopo perché il regime giudiziario svedese  senza il ritrovamento di un cadavere o di testimoni diretti non procede per omicidio.  Ieri, davanti al gip Botti, Alobrandi, difeso dall'avvocato Andrea Rovere del foro di Genova, ha fatto scena muta".

 

"Aiutami a nascondere un cadavere fatti a pezzi", la confessione, riportata nell'ordinanza, che Aldobrandi fece ad un gestore del pub al quale chiese anche in prestito l'auto. 

Sempre nei documenti si legge che il giorno 13 novembre del 1995, Aldobrandi telefonò all'ex compagna, dalla quale aveva avuto due figli, per chiederle in prestito l'auto dal momento in cui doveva trasportare alcune cose da casa al Maxim, il ristorante dove lavorava.

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La donna, pur consapevole che l'ex compagno non aveva la patente, gli prestò l'auto dandogli appuntamento all'ospedale presso il quale lavorava come infermiera. Aldobrandi utilizzò la vettura sino alle 4 del mattino successivo, quando la riconsegnò sotto casa della donna.

La stessa che agli inquirenti confessò di aver "trovato l'autovettura molto più sporca di come fosse quando l'aveva imprestata all'ex compagno e di aver notato che i seggiolini dei bambini erano stati sganciati e lo schienale dei sedili posteriori era stato ribaltato in avanti, come su l'uomo avesse bisogno di aumentare lo spazio. Secondo gli investigatori i sedili posteriori erano stati anche spostati in avanti come suggerirebbe una cintura incastrata tra i sedili. Tali operazioni avrebbero consentito ad Aldobrandi di aumentare la capacità del bagagliaio e così, di caricare al suoi interno il corpo di Sargonia che era alta 178 cm e pesava 63 kg".

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Sempre l'ex compagna di Aldobrandi, si legge nell'ordinanza, riferisce agli inquirenti che "l'auto presentava tracce di un passaggio su un fondo stradale sterrato, nonostante lei avesse utilizzato la vettura solo su strade asfaltate e che Alobrandi l'aveva invitata a mentire sulla data del prestito della macchina chiedendo di indicare il lunedì precedente a quello della scomparsa di Sargonia".

Dai rilievi, le tracce ematiche analizzate, rinvenute nel bagagliaio dell'auto, risultano appartenere, con un livello di probabilità prossimo alla certezza, a Sargonia Dankha" mentre le altre tracce di sostanza ematica rinvenute nell'abitazione di Aldobrandi, secondo le analisi appartengono, al di làdi ogni cagionevole dubbio, alla giovane irachena. 

Sentito più volte dalla polizia giudiziaria scandinava, S.J., gestore di un pub a Linkaping, ha dichiarato che "Aldobrandi si era recato nel locale alle ore 16 o 17 il 13 novembre 1995, (giorno della scomparsa di Sargonia Dankha) […] Recatosi in una stanza in cui erano soli, Aldobrandi chiedeva a  S.J. se poteva prestargli un’autovettura per trasportare molti sacchi neri dell’immondizia contenenti vestiti. Al rifiuto opposto da S.J., insospettito dalla strana richiesta, Aldobrandi si allontanava, salvo poi fare nuovamente ritorno al club qualche ora dopo affermando di avere la disponibilità dell’autovettura e di necessitare di aiuto per il trasporto dei sacchi".

S.J. ha dichiarato che, in tale occasione, Aldobrandi gli aveva confessato di avere ucciso, sul letto, una persona di sesso femminile, di cui tuttavia non faceva il nome. Gli incontri tra S.J. e Aldobrandi sono confermati dai dipendenti del pub.

Un amico di S.J., R.J., ha dichiarato che quest’ultimo aveva raccontato che Aldobrandi ‘scosso e tremante’ lo aveva supplicato di avere in prestito un'autovettura e di essere aiutato a nascondere il cadavere di Sargonia fatto a pezzi, a fronte del pagamento di 100mile corone […] A fronte di tali elementi, non appare credibile la versione dell’indagato, il quale si è limitato ad affermare di aver rifiutato un mutuo di denaro a S.J., il quale per tale motivo aveva iniziato a nutrire astio nei suoi confronti, inventandosi di aver ricevuto la confessione dell’omicidio di Dankha.

L'ultima volta Sargonia Dankha è stata vista il 13 novembre 1995, poco dopo le 9.30, da un coetaneo e secondo gli inquirenti camminava in direzione dell'abitazione di Aldobrandi.

Risulta che il 13 novembre di 28 anni fa alle ore 10.09 Sargonia Dankha ha chiamato al telefono un’amica per svegliarla e rammentarle un appuntamento per le successive ore 11:30 – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare –. L’amica ha riferito che Sargonia era allegra […] Successivamente, in orario che si colloca certamente non molto dopo le ore 9:30, Sargonia viene vista da un coetaneo, che si trova presso il Mc Donalds durante una pausa scolastica – mentre percorre Strada Larsgatan con direzione da Drottningatan verso Tradgardstorget. All’incrocio con Nygatan il testimone la perde di vista.

Egli sottolinea che Sargonia camminava svelta 'come se stesse andando da qualche parte', non stava scappando da qualcuno, ma ‘camminava velocemente come si fa quando si ha fretta"; era sola e non portava con sé alcuna borsa, ma teneva in mano qualche cosa, forse un documento o una busta. Si sottolinea che il luogo dell'avvistamento si trova non lontano dall’abitazione di Aldobrandi e la direzione di Sargonia era proprio verso l’appartamento dell’indagato. Si tratta dell’ultimo avvistamento certo di Sargonia Dankha, la quale non si è recata all’appuntamento delle 11:30 con l’amica, né a quello successivo con i propri familiari, né, infine, ha fatto ritorno a casa, come dichiarato dal nuovo compagno".

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