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Cronaca

Caputo in un summit interregionale ad Alessandria ha ordinato più abbattimenti a Genova e un intervento per eliminare i 200 capi nel Bisagno.
1 minuto e 37 secondi di lettura
di Michele Varì
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GENOVA -L'ultimo cinghiale urbano a Genova è stato avvistato vicino alla cittadella della vela dellOcean Race, in piazzale Kennedy.

Ma ora basta. La marcia dei cinghiali urbani deve essere arrestata.



L'ordine, mai così perentorio, arriva dal commissario straordinario per la peste suina africana Vincenzo Caputo che in una riunione ad Alessandria con vertici di Asl e amministratori di Liguria, Piemonte, Lombardia, ed Emilia ha bacchettato le regioni, ma anche le grandi città come Genova, che qualcosa ha fatto ma può e deve fare di più per fermare l'invasione di cinghiali potenzialmente infetti.

La lotta al virus iniziata nel gennaio 2022 per ora è persa: il milione di euro speso per le recinzioni, idea tardiva o solo velleitaria, è stato buttato al vento. La peste ha raggiunto Lazio e Calabria. Uno dei diktat è punire i cittadini che sfamano i cinghiali, come accade nel Bisagno, dove vive una colonia di ungulati di 200 capi prolifera a vista d'occhio.
 
Per questo, a detto il commissario, le forze di polizia sono tenute a più controlli e più sanzioni a chi sfama i cinghiali.

Emergenza nell'emergenza è la sicurezza pubblica perché quasi ogni giorno si registrano incidenti stradali per i cinghiali e cittadini attaccati.
In prima linea c'è il Nucleo regionale di Vigilanza faunistico-ambientale, trenta uomini per tutta la Liguria, che dall'inizio dell'anno ha ucciso mille cinghiali in Liguria, la metà dei quali a Genova. Le scorse notti sono stati eliminati nove capi nello Sturla, nelle prossime notti s'interverrà a San Fruttuoso, nel levante e nel Bisagno.


Presto in azione anche i cacciatori autorizzati che partiranno per battute mirate, molti più complesse rispetto a quelle tradizionali che si svolgono in autunno e inverno: si ipotizza che possano abbattere venti capi per volta. Non di più. Le carcasse dovranno essere rimosse da una ditta della Valbisagno convenzionata, analizzate e incenerite. Un lavoro complicato, e molto costoso: per ogni intervento di rimozione si spendono circa 500 euro. Un salasso per le casse di Liguria e del Ministero della Salute.