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Cronaca

“Come ministro - ha detto il senatore - non conoscevo le modalità di svolgimento del monitoraggio delle infrastrutture da parte delle concessionarie che interloquivano direttamente con la struttura tecnica. Le interpellanze? L'ho saputo dopo il crollo"
2 minuti e 28 secondi di lettura
di Michele Varì
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GENOVA - “La sicurezza e la manutenzione non solo delle autostrade ma anche delle ferrovie e delle dighe sono state sempre obiettivi primari del ministero"

Lo ha detto oggi in aula nell’ambito del processo per il crollo del ponte Morandi, Graziano Delrio, che è stato ministro per le Infrastrutture e i Trasporti dal 2015 al giugno del 2018, prima del ministro Danilo Toninelli.

Delrio rispondendo alle domande del pm Marco Airoldi ha detto: "Come indicato anche dagli obiettivi strategici che negli anni in cui sono stato ministro ho predisposto. Ma gli obiettivi strategici, che spettano alla parte politica, si traducono poi in obiettivi operativi che vengono affidati alla struttura tecnica”.

“Come ministro quindi, non conoscevo le modalità di svolgimento del monitoraggio delle infrastrutture da parte delle concessionarie che interloquivano direttamente con la struttura tecnica”.

Alla domanda del pm Marco Airoldi se avesse avuto notizia delle interrogazioni parlamentari formulate nel 2015 e nel 2016 dal senatore Maurizio Rossi (che il magistrato non nomina) che poneva anche alcune questioni sul ‘grave problema del ponte Morandi che attraversa la città e di cui non si conosce la sicurezza da tempo", Delrio ha risposto così. “Ne sono venuto a conoscenza solo dopo il crollo perché al ministero arrivano centinaia di interrogazioni e non a tutte mi viene chiesto di rispondere”. “E comunque - ha aggiunto - devo dire che se anche l’avessi vista prima non l’avrei considerata come un allarme perché la premessa sulle condizioni di sicurezza del ponte era abbastanza generica e l’obiettivo mi pare fosse stimolare le realizzazione della Gronda per il potenziamento della viabilità in quello che è un nodo strategico”.

A proposito del dovere di vigilanza del Mit sulle concessionarie, Delrio a domanda del pm se le risorse del ministero sarebbero state sufficienti a controlli a tappeto su tutte le infrastrutture ha spiegato che “Le risorse disponibili per una vigilanza capillare non erano sufficienti, ma ero convinto che delle verifiche a campione venissero eseguite. Però era solo un mio pensiero, perché non rientrava nella mia competenza verificare che venissero effettivamente eseguite”.

L'interrogatorio del ministro da parte del pm si è concluso alle 10,30. Poi è iniziato il contro esame da parte dei legali.

L'avvocato Giovanni Accinni che difende l'ex ad di Autostrade per l'Italia Castellucci (arrivato in aula a udienza in corso), ha posto una domanda se dopo interpellanze aveva avuto occasione di parlarne di persona con il senatore Rossi. Delrio ha risposto così. ""Ho incontrare il senatore alcune volte negli uffici del ministero per parlare della gronda di Genova perchè essendo Rossi un parlamentare che si occupava dei problemi del territorio voleva sapere della gronda perchè c'era molta attesa per il lunghissimo iter di quel progetto"

L'ex ministro era arrivata in tribunale in compagnia del consigliere regionale ligure del Pd Pippo Rossetti senza dire nulla ai cronisti: "Parlerò in aula".

Dopo Delrio, il 10 luglio, sarà ascoltato anche un altro ex ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro. Nello stesso giorno sarà interrogato il senatore ed editore di Primocanale Maurizio Rossi.