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Cronaca

Le paure dei vicini di casa della Rems ma anche dai praesi più lontani: "Per certa gente bisognerebbe buttare la chiave"
2 minuti e 30 secondi di lettura
di Miv
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GENOVA - Maria Giovanna, abita al fianco della Rems di Pra' dove sarà trasferito il killer Luca Delfino, lei è sintetica ma anche lucidamente infuriata perché anni fa, dice lei, la politica aveva garantito che la Residenza per le esecuzioni delle misure di esecuzione sarebbe stata provvisoria in attesa dell'apertura della struttura della Spezia, ed invece è diventata definitiva lì ora non si vive una vita normale. "Il problema non sono solo le fughe ma quello che sentiamo".  La donna censura anche la gestione della sorveglianza della struttura: "Stanotte , guardie o non guardie quello se ne è andato" dice in riferimento all'allontanamento della scorsa notte dalla struttura.

Lo ribadisce anche Alessia, una giovane mamma di due bimbi di bimbi 3 e 9 anni la prima ad andare a vivere lassù, un paradiso in aperta campagna e con vista mare, peccato solo per la presenza di quell'edificio fra un reticolo di recinzioni in cui si curano venti malati psichiatrici con problemi con la legge. "Ora la convivenza con la Rems è insopportabile, perché abbiamo paura di quello che dicono e urlano i pazienti, anni fa non era così quando sono arrivato, allora era tranquilla, ora non possiamo neppure mandare la bambina a buttare la spazzatura perchè potrebbe essere insultata". La situazione è peggiorata due o tre anni fa perchè gli ospiti sono cambiati e non ci sono controlli".

Lassù vive anche Fabio Frumento, un padre di famiglia risoluto che è diventato il portavoce degli abitanti vicini di casa della Rems, lui ricorda la scorsa notte e l'evasione: "E' successo alle 23.45 mentre seguivo un programma che parlava di Delfino e della Rems di Pra', sento dei forti rumori, mi affaccio e vedo un individuo che prendeva a pugni e calcio il cancello della struttura sino a che non è riuscito a uscire ed evadere. Consapevole che dentro la struttura ci sono assassini e stupratori mi sono chiuso dentro casa, l'ho resa partecipe del fattaccio, non sapevamo dove potesse essere fuggita e quindi potevamo averlo nei nostri giardini come è capitato in passato. Questa è la riprova che è una struttura non sicura e non tutela gli altri, questa è l'ennesima segnalazione che facciamo, non devo essere io a dire che questa struttura non è idonea ad accogliere certi tipi di ospiti, ci devono tutelare perchè abbiamo paura...".

Scendendo verso via Branega l'ansia scende, ma un po' di paura fra gli abitanti seduti ai tavolini dell'ultimo bar a un chilometro dalla Rems rimane: "Siamo un po' preoccupati - dice un pensionato - perchè la Rems non è molto brava a tenere i pazienti e così la gente anziana non è tranquilla, una clinica criminale non dovrebbe essere così vicina alle case".

Un altro pensionato ammette che stamane ha visto la polizia penitenziaria, "pensavo che stessero portando Delfino, invece poi ho saputo che arriverà la prossima settimana, io non ho paura perchè io gli ho fatto niente, più che altro pare che ce l'abbia con le donne... però capisce un elemento del genere in quartiere non penso stia bene, gente così bisogna chiuderla in una cella e non mollarle più".

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