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Cronaca

Il referente della comunità islamica: "La persona che ha commesso il reato può aspirare al perdono, ma deve chiedere scusa con sincerità e risarcire la famiglia". Appena possibile funzione religiosa nel moschea di Cornigliano per l'addio ad Abdalla
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di Michele Varì
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GENOVA - "Uccidere una persona innocente è il peccato peggiore che può commettere un musulmano".

A parlare è l'imam Salah Hussein, portavoce della comunità islamica di Genova in relazione al delitto del ventenne ucciso da due ex datori di lavoro, una tragedia che ha scosso molto anche i musulmani della nostra città.

"Un versetto del Corano dice che chiunque uccide un innocente uccide è come se avesse ucciso tutta l'umanità, averlo decapitato è anche un'offesa alla persona, a Dio e alla comunità".

Anche la religione dell'islam però lascia spazio al perdono: "La persona che ha commesso il reato può avere il tempo di pentirsi, deve chiedere scusa e risarcire la famiglia, ma il percorso di pentimento e di ripensamento deve essere sincero e portato avanti".

 
"Il ragazzo ucciso - aggiunge l'Imam - era molto conosciuto nella comunità per via del suo lavoro di barbiere ma anche per il suo carattere, molto estroverso, aperto".
 
La comunità islamica per questo appena possibile svolgerà una funzione religiosa nella moschea di Coronata", la  più grande di Genova, per commemorare Abdalla: "Se possibile lo faremo con il feretro, ma se i tempi della magistratura non lo consentiranno, visto che la salma è ancora sotto sequestro, potremo officiare la funzione anche senza il cadavere. E' nostra intenzione stringerci ai familiari e a chiunque voleva bene a quel ragazzo".