GENOVA -I medici e gli operatori del reparto di psichiatria dell'ospedale Villa Scassi chiedono aiuto a poliziotti e giudici per riuscire a gestire il paziente Renato Valboa, un pregiudicato violento con alle spalle un femminicidio commesso a Napoli per cui ha scontato dieci anni di galera e da quattro giorni ricoverato con un trattamento sanitario obbligatorio giorni a Genova nel nosocomio di Sampierdarena.
L'uomo dopo avere violato le restrizioni a cui era stato sottoposto in Campania aveva raggiunto la Liguria e minacciato medici e operatori dell'ospedale Galliera dove si era recato per un dolore al torace.
In questi quattro giorni di ricovero obbligato Valboa ha più volte creato scompiglio nel reparto di psichiatria del Villa Scassi perché oltre a rifiutarsi di assumere la terapia a base di sedativi minaccia medici e infermieri.
Ma anche la polizia di stato e la polizia locale non possono fare molto perché l'uomo non è formalmente evaso ma si era semplicemente reso protagonista di una violazione di un obbligo domiciliare.
Gli unici che possono imporre un fermo all'uomo e salvare i medici del Villa Scassi sono i giudici del tribunale di sorveglianza di Caserta competenti giuridicamente per Valboa, tornato libero dopo avere scontato la pena per il femminicidio ma con una serie di obblighi di legge.
Valboa, 57 anni, nel 2009 massacrò a Napoli la compagna Florinda De Martino (nella foto) a colpi di accetta, tornato libero a tempo record dopo soli dieci anni di galera (pena di sedici anni ridotta in appello) perché ritenuto incapace di intendere e di volere, e dopo avere violato gli obblighi della libertà vigilata in una comunità tutelare Villa San Francesco di Cancello ed Arnone (a Caserta, dove aveva gli obblighi di residenza) è scappato a Genova pare per raggiungere alcuni familiari residenti nel quartiere di San Fruttuoso.
La storia di Valboa ricorda quella del killer delle fidanzate di Genova Luca Delfino che ha appena finito di scontare 16 anni e 8 mesi per l'omicidio nel 2007 dell'ex compagna Antonella Multari e fra mille polemiche, perché ritenuto socialmente pericoloso, è stato ricoverato nella Rems (la residenza per le esecuzioni di pena) di Prà, dove non può allontanarsi, ma dove è molto facile fuggire perché vigilata solo da personale medico e guardie disarmate.