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Cronaca

Quella dei legali è una richiesta "obbligata" visto che altrimenti, nel caso in cui dovesse cadere l'aggravante, non potrebbero presentarla più avanti
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di Redazione

GENOVA - Filippo Giribaldi, il lavoratore portuale che il 25 aprile scorso ha ucciso in via Polleri a Genova l'ex esponente di Casapound Manuel Di Palo, "non avrebbe agito per futili motivi". È quanto sostengono i legali dell'assassino, gli avvocati Paolo Scovazzi e Chiara Antola, che hanno depositato la richiesta di rito abbreviato.

Al momento, però, Giribaldi non potrà chiedere il rito alternativo perché è accusato di omicidio volontario aggravato, appunto, dai futili motivi. L'udienza è fissata per il 20 ottobre davanti alla corte d'assise. Quella dei legali è una richiesta "obbligata" visto che altrimenti, nel caso in cui dovesse cadere l'aggravante, non potrebbero presentarla più avanti. L'omicidio sarebbe avvenuto per motivi di gelosia, in un contesto di uso di droga. Vittima e assassino frequentavano la stessa donna con la quale consumavano crack.

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Il portuale aveva detto di essere geloso della donna con cui aveva una storia e che negli ultimi tempi vedeva anche Di Palo e un amico. Per questo quel pomeriggio si era presentato sotto casa di lei e aveva prima sparato contro un muro quando si era visto davanti l'amico di Di Palo e poi aveva colpito la vittima, ha dichiarato, avendolo scambiato per un poliziotto in borghese.

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Nel fascicolo di indagine, gli avvocati hanno trovato la testimonianza di un'amica della donna che ha raccontato alla squadra mobile come avesse chiesto ripetutamente a Giribaldi di aiutarla a mandare via da casa sua Di Palo e il suo amico. Era stata la stessa pm Eugenia Menichetti a non contestare l'aggravante. Il giudice per l'udienza preliminare Silvia Carpanini aveva però rimandato gli atti in procura.