VENTIMIGLIA (IM) - Nel rimpallo delle responsabilità tra i Paesi dell'Unione Europea il cerino resta in mano a Ventimiglia: il confine tra Italia e Francia è il simbolo del fallimento nei rapporti interni al vecchio continente, incapace di fare fronte alle tensioni internazionali e alla pressione che i migranti stanno ponendo sull'Italia.
Mentre il nostro Paese è alle prese con una delle più significative ondate di sbarchi degli ultimi anni, la Francia ha intensificato i controlli alla frontiera, di fatto blindando il suo confine nazionale. Al di qua dei valichi di Ponte San Ludovico e Ponte San Luigi, sul suolo italiano, si ammassano migliaia di migranti il cui unico obiettivo è l'ingresso in Francia. Sono in gran parte francofoni, scolarizzati con il sistema francese, nati e cresciuti in Stati in cui Parigi ha costruito la propria storia coloniale. Bambini, donne e uomini su cui Emmanuel Macron non sente di avere alcuna giurisdizione, nessuna responsabilità.
Nel frattempo a Ventimiglia l'aria si è fatta irrespirabile: i migranti bivaccano senza scopo, polizia e carabinieri sono costretti a una serie di interventi in stazione, nei parchi pubblici, nella zona del cimitero e sulle spiagge: gli ultimi sono di oggi. Gli stranieri, spesso, non hanno un posto dove dormire, una situazione che in estate è sostenibile ma d'inverno diventa drammatica.
Sullo sfondo un'Europa che continua a fare chiacchiere ma si dimostra fragilissima: ognuno pensa per sé, e Ventimiglia, così come Lampedusa, è a soqquadro.