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Cronaca

Sono accusati di rapina, tentata estorsione, sequestro di persona, lesioni. La vicenda risale al 5 marzo e a giugno i militari avevano già arrestato uno dei sequestratori, un italiano di 21 anni
1 minuto e 45 secondi di lettura
di Au. B.

GENOVA - Sui social avevano pubblicato il video del pestaggio e del sequestro di un piccolo pusher che non aveva pagato una partita di droga. Per quella vicenda i carabinieri di Arenzano hanno arrestato tre persone, di cui due writers, tutti sudamericani ventenni.

Sono accusati di rapina, tentata estorsione, sequestro di persona, lesioni. La vicenda risale al 5 marzo e a giugno i militari avevano già arrestato uno dei sequestratori, un italiano di 21 anni.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, coordinati dal pm Marcello Maresca, i quattro avevano fatto irruzione a casa della vittima, un sudamericano di 20 anni, a Masone. Secondo l'accusa, lo avevano picchiato e minacciato con alcuni coltelli. Gli avevano preso un pc, un tablet e i telefonini e poi caricato su un'auto. A quel punto lo avevano tenuto ostaggio per quattro ore portandolo a Genova Sampierdarena. Qui, sempre secondo l'accusa, lo avevano picchiato procurandogli traumi al volto.

Genova, non pagava la droga: lo rapiscono per ore e lo picchiano con una spranga di ferro - LEGGI QUI 

Il primo arrestato è stato rintracciato dopo la denuncia della vittima grazie alle indagini dei militari: il giovane, intestatario dell’auto su cui la vittima è stata messa di forza e poi portata dalla Valle Stura fino a Sampierdarena, è stato inoltre vista dalle immagini delle telecamere di video sorveglianza di un benzinaio nel centro di Mele a cui si era fermato prima della violenza la stessa sera, verso le 20.

L'italiano, intercettato, avrebbe ammesso a una sua amica di essere stato pagato 1.500 euro dai tre per partecipare alla spedizione punitiva. Dopo quell'arresto i carabinieri avevano scandagliato i social e setacciato le telecamere di videosorveglianza risalendo agli altri tre arrestati. Gli inquirenti hanno scoperto che il ruolo primario era svolto da due fratelli noti con i soprannomi Washington e Quality con i quali si firmano sui muri, per delineare il possesso del territorio.

I due mettevano sui social video dove mostravano la disponibilità di droga e mentre la consumavano. Nel corso delle perquisizioni i carabinieri hanno trovato altri stupefacenti e un video violento, condiviso sui canali social, di alcune fasi del sequestro e del pestaggio della vittima.