Sempre al centro di dibattiti la cittadina ligure al confine con la Francia. A parte la certezza dell’incessante flusso migratorio, oggi, ad esempio, in Caritas si sono registrati quasi 300 ingressi (numero che cresce giorno dopo giorno) mentre alla frontiera di San Luigi il solito centinaio di respingimenti, a preoccupare i più è l’ipotesi dell’apertura di un centro di permanenza e rimpatrio, cosiddetto CPR.
Il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi, atteso a Ventimiglia il prossimo 2 ottobre, affronterà questo tema durante l'incontro con il sindaco Flavio Di Muro.
Le nuove direttive, vorrebbero un CPR in ogni Regione, gestito dal Ministero della Difesa, ed è quindi possibile che possano essere realizzati in aree militari. Il Ministro , inoltre, aveva dichiarato che servirebbe un CPR per Ventimiglia e non a Ventimiglia: il che, fa pensare che il
ragionamento del Governo si allarghi all’intera Regione Liguria. Ventimiglia, ad esempio, non ha strutture militari contrariamente a Vallecrosia, Sanremo, Diano Marina piuttosto che Albenga.
Tuttavia, numeri alla mano, se il Centro nasce per le ospitare migranti con precise caratteristiche, non basterà di certo a risolvere il problema di tutti quei migranti che vivono e bivaccano per le strade di Ventimiglia.
A tal proposito, Caritas, continua infatti a sostenere la riapertura di un centro di accoglienza, modello ex Parco Roja, o di altre strutture simil PAD, (punti si assistenza diffusi dedicati a nuclei famigliari, mamme, bambini e donne incinte) in grado di ospitare uomini adulti e minori.
Certo è, che a monte di tutte le polemiche, le perplessità e le paure, Ventimiglia, lunedì 2 ottobre, pretende delle risposte: un progetto chiaro, condiviso e con delle regole precise che vengano rispettate da tutti gli stati dell’Unione Europea.