GENOVA - Per la prima volta dopo oltre un anno di processo la persona sottoposta ad esame sotto l'incalzare delle domande dei pm ha chiesto una pausa per parlare con i suoi legali. E' successo durante la seconda giornata dell'interrogatorio dell'imputato Emanuele De Angelis, l'ingegnere strutturista progettista di Spea che ha redatto il progetto del retrofitting delle pila 9 e 10 del viadotto che avrebbe dovuto metterlo in sicurezza.
La pausa è stata chiesta alle 12.08 durante l'esposizione delle tante indagini che erano state effettuate sul Morandi in previsione del progetto di retrofitting sulle due pile e parte dell'impalcato.
Uno dei momenti più vibranti del lungo esame è stato quando si è parlato della relazione del consulente Carmelo Gentile del Politecnico di Milano che nell'ottobre 2017 aveva definito "e "poco rassicurante"" le condizioni della pila 9. Considerazione che avrebbe dovuto indurre il progettista a sollecitare urgenti verifiche sul viadotto. De Angelis invece ha detto che aveva incontrato di persone Gentile che aveva in qualche modo ammorbidito la sua versione. Affermazione che è stata smentita dal pm Cotugno che ha sottolineato come il professore del Politecnico aveva ribadito che la pila 9 era in condizioni preoccupanti anche in aula durante la sua deposizione da teste dell'accusa.
Gentile nel maggio scorso davanti ai giudici aveva riferito detto che nell'ottobre del 2017 aveva anticipato in una relazione la sintesi delle risultanze delle sue verifiche a De Angelis in cui si evidenziavano più anomalie in seguito alle sollecitazioni nella pila 9 che nella 10 e aggiungendo che gli stralli lato sud avevano forma poco rassicurante e per questo aveva consigliato ispezioni più accurate. Verifiche però mai effettuate.
Il progettista è finito sul banco degli imputati perché, a detta dell'accusa, nonostante le tante sollecitazioni di esperti come Gentile aveva redatto il progetto di retrofitting e non aveva invece lanciato l'allarme per le condizioni del Ponte.
Al progetto erano allegati i report delle relazioni Most sulle discusse prove riflettometriche effettuate con impulsi elettrici e svolte dagli anni 90 che imponevano in base alle tabelle internazionali interventi immediati ma mai realizzati.
Uno dei momenti che fanno capire il clima di grande tensione e pure di stanchezza arriva dopo le tre del pomeriggio quando il pm Cotugno, incalzando l'imputato sui calcoli matematici delle anomalie e la percentuale di degrado dei cavi dei tiranti degli stralli, di fronte all'ennesimo tentennamento di De Angelis, è sbottato dicendo "qua sono morte 43 persone per questo calcolo...", affermazione forte che ha suscitato un boato di indignazione fra gli avvocati dei difensori e costretto il giudice Lepri a intervenire per riportare la calma in aula. Il tutto davanti agli occhi di Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle vittime della tragedi.
L'esame di De Angelis continuerà lunedì prossimo mentre due o tre imputati, alla luce dell'andamento degli interrogatori di queste settimane, stanno valutando se rinunciare all'interrogatorio.